Sos per Cecchi Gori da amici e colleghi "Cosi lo uccidono"

Rusic: «Una condanna a morte» Banfi e De Sica: «Pena abnorme»

Sos per Cecchi Gori da amici e colleghi "Cosi lo uccidono"

«Una condanna a morte»: questo sarebbe il carcere per Vittorio Cecchi Gori, l'ex produttore cinematografico arrestato giovedì scorso per scontare un totale di otto anni e cinque mesi di carcere per la bancarotta delle sue aziende. A dirlo è la sua prima compagna, Rita Rusic: «Non è autosufficiente, metterlo dietro le sbarre sarebbe come una condanna a morte - dice la Rusic - deve scontare la sua pena, questo è giusto ma non in cella. E la sua famiglia si batterà per questo».

Cecchi Gori è attualmente ricoverato al Policlinico Gemelli per quello che, come spiega la ex compagna, è un semplice «malore».

La prospettiva è dunque che appena ristabilitosi, l'ex presidente della Fiorentina venga portato dalla polizia penitenziaria (che attualmente lo sta piantonando in ospedale) nel carcere romano di Rebibbia. Ed è questa la prospettiva ad allarmare gli amici di Cecchi Gori: perché, malore a parte, si tratta di un uomo di quasi ottant'anni (è nato nell'aprile del 1942) ed è reduce da una recente ischemia. La legge prevede che i condannati ovvero 70 possano chiedere di scontare la pena agli arresti domiciliari, ma la Procura generale di Roma ha emesso l'ordine di esecuzione della condanna in carcere appena la pena è diventata definitiva, senza dare ai legali di Cecchi Gori di avanzare la richiesta.

In difesa del condannato sono scesi in campo sabato numerosi esponenti del mondo dello spettacolo, tra cui il regista Marco Risi e gli attori Lino Banfi e Christian De Sica: quest'ultimo ha sottolineato, oltre alle condizioni precarie di Cecchi Gori, la abnormità di una condanna a otto anni e mezzo per un reato incruento.

Lo stesso difensore dell'ex produttore, Massimo Biffa, all'indomani della sentenza per il crac della Safin avrebbe potuto essere più blanda, visto che i fondi usciti dalle casse sociali non erano finiti nelle tasche di Cecchi Gori ma in altre aziende della galassia, nel tentativo di tenerle a galla in qualche modo.

Invece i processi sono andati avanti e la condanna a sei anni inflitta in primo grado è diventata definitiva, con uno sconto di soli sei mesi per la prescrizione di un capo d'accusa. E a quel punto è andata a sommarsi con un'altra condanna per la bancarotta della società capofila.

Così Cecchi Gori si è trovato, secondo i calcoli della

Procura, con un totale di quasi otto anni e mezzo. Se non gli verranno concessi i domiciliari, prima di uscire dal carcere in affidamento dovrà aspettare oltre quattro anni. Ma secondo la Rusic, è impossibile che ci arrivi vivo.

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