Sos delle toghe: "Boom di reati contro gli animali"

Allarme della Procura di Milano: «Fenomeno odioso che ha registrato un forte incremento»

Sos delle toghe: "Boom di reati contro gli animali"

Milano, città violenta? Sì, soprattutto contro gli animali. L'allarme non viene da un'associazione animalista, ma addirittura dalla Procura di Milano che definisce un «fenomeno degno di menzione» quello «rappresentato dai reati in danno di animali, che hanno recentemente avuto un forte incremento a seguito dell'introduzione di norme sanzionatorie più gravi».

«È un reato - si legge nel documento che è stato illustrato nell'aula magna del Palazzo di Giustizia di Milano - che ha un forte impatto sull'opinione pubblica. Attualmente, all'interno del dipartimento, si sta lavorando ad un progetto volto ad individuare strutture di accoglienza con cui fare accordi per ottenere la custodia degli animali in termini meno onerosi». Da un punto di vista legislativo, va ricordato che il maltrattamento degli animali è un reato previsto e punito dagli artt. 544 ter e 727 del c.p. e che non si tratta più solo di un «delitto contro il patrimonio» (cioè il bene protetto è la proprietà privata dell'animale da parte di un proprietario), come è previsto dall'art. 638 (Uccisione o danneggiamento di animali altrui).

La differenza è stata chiarita dalla Cassazione (sentenza n. 24734/2010), che sancisce come il delitto di cui all'art. 544 ter c.p. «tutela ora il sentimento per gli animali: con l'art. 638 l'animale era tutelato quale proprietà di un terzo soggetto, che risultava essere la parte offesa; ma con l'art. 544 ter, è riconosciuta una condotta lesiva nei confronti dell'animale stesso».

Per i trasgressori sono state inasprite anche le pene: «Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da tre mesi a 18 mesi o con la multa da 5mila euro (ma che nei casi di «violenze multiple») possono arrivare fino a 30mila).

La stessa pena si applica a chiunque somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate ovvero li sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi.

La pena è aumentata della metà se dai fatti di cui al primo comma

deriva la morte dell'animale.

Una severità che però, come dimostra la denuncia partita dalla Procura di Milano, non è servita almeno finora a ridurre le odiose violenze ai danni degli animali, a cominciare da cani e gatti.

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