Cronaca locale

Sos disperato del pilota del Pilatus

Le parole di Petrescu alla sala radar: "Faccio una deviazione, chiedo di rientrare"

Sos disperato del pilota del Pilatus

«Sto facendo una piccola deviazione. Chiedo di poter rientrare». Sono queste le ultime parole alla torre di controllo di Linate di Dan Petrescu, ai comandi dell'aereo precipitato domenica tra l'aeroporto milanese e San Donato. Nel disastro sono morti tutti gli occupanti dell'aereo privato, otto persone tra cui un bambino di meno di due anni.

Gli uomini del Centro di controllo radar hanno subito notato che circa tre minuti dopo il decollo il Pilatus Pc-12 stava virando a destra in modo anomalo invece di seguire la rotta prevista (era diretto a Olbia) e hanno sentito il pilota che pronunciava la frase «little deviation», ma che non ha spiegato il motivo né ha parlato di allarmi specifici. Non ha segnalato alcuna emergenza, relativa al motore o al maltempo. Poi Petrescu ha chiesto un «vettore», cioè uno spazio e le coordinate per rientrare a Linate. La sala controllo li ha subito forniti, ma dopo meno di un minuto da questo scambio il tracciato del velivolo è sparito dal radar: l'aereo stava precipitando. Emerge inoltre, riporta l'agenzia Ansa, che tra le ipotesi sulle cause del disastro c'è lo «stallo del motore». A parlare di blocco sarebbe stato uno dei tecnici dell'Enac che si occupa del caso sulla base dei filmati delle telecamere di sorveglianza della zona. Si vede infatti il piccolo aereo privato che precipita a forte velocità con il muso a 90 gradi rivolto verso terra. L'impatto è stato violentissimo, il velivolo si è «disintegrato» e gli inquirenti hanno trovato sul terreno solo pezzi «molto piccoli». Da quel video, che verrà analizzato dalla polizia scientifica, non risulterebbe quindi che il motore fosse in fiamme come hanno invece dichiarato alcuni testimoni subito dopo l'incidente.

Ieri i pm Paolo Filippini e Mauro Clerici, che coordinano con l'aggiunto Tiziana Siciliano l'inchiesta per disastro colposo, hanno effettuato un nuovo sopralluogo sull'area alla periferia sud della città al confine con San Donato. In mattinata c'è stato un vertice tra inquirenti e investigatori. Al più presto saranno acquisiti le registrazioni delle comunicazioni tra il Pilatus e la sala radar e le analisi tecniche sulla scatola nera, che è già stata recuperata. Intanto gli investigatori della polizia giudiziaria hanno organizzato all'aeroporto di Linate uno spazio dove poter ricevere i parenti delle vittime. Per procedere con i riconoscimenti ufficiali, saranno necessarie le comparizioni del Dna. Ieri si è lavorato ancora per cercare di recuperare i resti dei passeggeri. Oltre a Petrescu, magnate romeno 67enne, la moglie Regina Dorotea Petrescu Balzat,il figlio Dan Stefan Petrescu e un amico canadese di questo, Julien Brossard. Con loro il giovane manager pavese Filippo Nascimbene, sua moglie Claire Stephanie Caroline Alexandrescou, la madre di lei Miruna Anca Wanda Lozinschi e il figlioletto Raphael.

La Procura, una volta ricostruita l'esatta dinamica, punta a stabilire eventuali responsabilità nel disastro. Del pilota, del costruttore o degli addetti alla manutenzione. Il Pilatus era arrivato a Linate il 30 settembre da Bucarest. Durante i giorni di sosta, nella parte dello scalo riservata ai voli privati, non ha fatto rifornimento e non è stato sottoposto a interventi di manutenzione. Alle indagini collaborerà l'Ansv, Agenzia nazionale sicurezza di volo, che si occuperà anche all'analisi della scatola nera per la quale è necessario uno specifico software di decriptazione dei dati e per cui serviranno alcuni giorni. L'agenzia potrà acquisire informazioni e dati dalla società svizzera che ha fabbricato l'aereo e da quella canadese che ha realizzato il motore.

Oltre che documenti dalla Romania sulla proprietà della società che era in capo allo stesso Petrescu.

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