Il sospetto, in ambienti parlamentari, circolava da domenica mattina. Subito dopo la rivelazione di Repubblica sui cinque deputati che hanno chiesto ed ottenuto il bonus di 600 euro destinato alle partite Iva in difficoltà causa Covid. Ma a dargli forma e voce è Gianfranco Rotondi, deputato di Forza Italia che si definisce orgogliosamente democristiano. Rotondi solleva il dubbio con un tweet: «Chiamo un bene informato e domando: chi sono questi cinque deputati? Risposta: cinque fessi che ci servivano perché nei sondaggi il No stava andando avanti. Tutto chiaro». Anche se a dire il vero la situazione è ancora tutt'altro che chiara, il riferimento è al referendum sul taglio dei parlamentari, previsto per domenica 20 settembre. Una consultazione che, fino a poco tempo fa, sembrava destinata a un esito scontato, con la vittoria del sì alla sforbiciata voluta dai grillini. In effetti più di qualcuno, tra i frequentatori del Palazzo, si fa domande sulla fonte della notizia. Ovvero una struttura dell'Inps creata appositamente dal presidente dell'Istituto. Che risponde al nome di Pasquale Tridico, economista nominato in quota Cinque Stelle. Proprio i pentastellati si sono buttati a pesce sulla vicenda, mettendo in piedi una violenta campagna contro «i furbetti». Tra i quali ci sarebbe anche un loro deputato. Nel Movimento però non tutti credono alla storia che un loro iscritto abbia approfittato del contributo per gli autonomi. I parlamentari critici sono in prima linea ad attaccare il governo su «una norma scritta male». La deputata Elisa Siragusa è dello stesso parere, scrive un post contro «la campagna di Crimi» sui furbetti, ma nel pomeriggio la sua pagina Facebook scompare.
Mentre quasi tutta la politica brancola nel buio, trova sempre più sostenitori l'idea di una specie di cospirazione ordita in ambienti M5s, partito che esprime il vertice dell'Inps. Guido Crosetto, coordinatore di Fratelli d'Italia, insinua ancora il dubbio: «Mi dicono che i vertici Inps fossero a conoscenza del fattaccio da fine maggio. E che allora abbiano informato alcune persone. Ma non è saltato fuori fino a oggi...». I Cinque Stelle compatti sul taglio dei parlamentari, ovviamente bollano i retroscena come «sciocchezze». Eppure un grillino di peso come il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano non perde l'occasione per fare campagna elettorale, sfruttando l'indignazione per i furbetti di Montecitorio: «Volete che facciamo i nomi dei 5 (dis) onorevoli del bonus 600 euro? Vi capisco. Anche io. Allora appassionatevi anche al referendum sul taglio dei parlamentari. Ecco come fare dall'estero», twitta il fedelissimo di Di Maio. Il deputato Simone Baldelli di Forza Italia, animatore della campagna per il No al taglio commenta: «Qualcuno ben informato sostiene che questa vicenda sia stata fatta venir fuori proprio adesso per portare acqua al Sì, io mi limito a commentare strani tweet che confermano questi sospetti, come quello di Manlio Di Stefano».
Il capo politico Vito Crimi annuncia di voler chiedere
ai suoi «di sottoscrivere una dichiarazione per autorizzare l'Inps a fornire i dati di chi ha usufruito del bonus». Di Maio si accoda: «Sono pronto ad aderire all'idea lanciata da Vito Crimi sulla rinuncia alla privacy».
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