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Quel filo che unisce Draghi e Mattarella

Esiste un sottile fil rouge che accomuna il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e Mario Draghi: entrambi hanno studiato dai gesuiti

Quel filo che unisce Draghi e Mattarella

La crisi di governo non si è placata e la mediazione di Fico, tra le forze politiche, non ha portato risultati: la maggioranza per rendere stabile l'esecutivo non c'è. Per questo motivo il Presidente della Repubblica, Mattarella, ha convocato questa mattina, per mezzogiorno, al Quirinale, Mario Draghi. Dopo aver rifiutato la chiamata come presidente di Goldman Sachs e dopo mesi di apprezzamenti da parte degli elettori, sia a destra che a sinistra, verso un suo possibile incarico come Presidente del Consiglio, è arrivato il momento della sua chiamata. Non è scontato che accetti, data la situazione che vive il Paese, ma è altrettanto vero che ci vuole molto coraggio per rinunciare ad un incarico simile quando, dopo le elezioni, si è la preferenza della maggioranza degli italiani per riportare la Nazione alla stabilità. Oltre che per il suo profilo internazionale e la sua carriera ricca di nomine e riconoscimenti, ad esempio come alto funzionario del Ministero del Tesoro o Presidente della Banca Centrale Europea, Draghi potrebbe essere stato chiamato anche per un altro, secondario, motivo. Esiste un sottile fil rouge che lo lega con il Presidente della Repubblica: entrambi hanno studiato dai gesuiti.

Si dice che, per evitare avvelenamenti al Papa, chi assaggiasse i suoi pasti fosse proprio un gesuita. Questo perchè la Comunità di Gesù, fondata da Sant'Ignazio nel '500, a causa di due scomuniche dovute alla loro sempre più grande influenza politica, non sono mai stati visti di buon occhio all'interno del Vaticano. Temuti, in particolare, perchè capaci di evangelizzare i Paesi colonizzati senza la violenza, fondendo i dogmi cristiani con gli usi e costumi della Nazione interessata e perchè in grado di formare la classe dirigente, con le loro scuole, nel Vecchio Continente.

Nonostante passino i secoli, l'unica cosa che sembra essere cambiata è l'assaggiatore del Pontefice. Negli anni del Papato di Jorge Mario Bergoglio, "Papa Francesco", gesuita anche lui, sono molte le figure di spicco che hanno fatto parte della scena politica e che, presumibilmente, ne saranno a breve partecipanti. Mario Draghi, da bambino fino alla maturità, è stato un "massimino", ovvero uno studente dell'Istituto Massimiliano Massimo di Roma. Ha condiviso i banchi di scuola con Luca Cordero di Montezemolo e Giancarlo Magalli. Il primo, qualche anno fa, ha raccontato come "il suo amico Mario" non sia cambiato di una virgola. Fin da quando aveva 12 anni, infatti, a differenza sua, andava a scuola "con i capelli ben ordinati, la camicia e la cravatta". Inevitabilmente, l'educazione dei padri gesuiti, deve essergli rimasta dentro: durante il quinto ginnasio, in poco tempo, perde prima il papà e poi la mamma, restando loro la sua unica fonte di sicurezza. Non sorprende, infatti, se oggi sia profondamente cattolico, ma sempre alla maniera dei gesuiti: nessuna grande esternazione, al contrario, una fede interiore accompagnata da silenziosi gesti.

Fa sorridere la coincidenza che anche gli ultimi due Presidenti degli Stati Uniti d'America sono stati alunni della Compagnia di Gesù: Donald Trump alla Fordham University, una tra le maggiori Università di New York, e Joe Biden alla Georgetown University che, invece, ha sede a Washington DC.

Tornando al, possibile futuro, Presidente del Consiglio, Mario Draghi resta una delle poche figure europee che è stata in grado si sopperire a qualsiasi crisi politica, nazionale ed europea. Durante gli anni del suo lavoro al Tesoro, nonostante siano cambiati i partiti più svariati a gestire il ministero, dalla Dc al Pd, passando per il Psi e Berlusconi, lui è sempre rimasto al suo posto fino a diventare nel 2005 governatore di Bankitalia e nel 2011 Presidente della Banca Centrale Europea. I mercati, in particolare la Borsa di Milano, senza neanche che sia avvenuto l'incontro con il Presidente della Repubblica, hanno aperto con un forte rialzo (+2,95%) e lo spread tra Btp e Bund è in calo.

La partita è aperta e Draghi non gode delle simpatie di tutte le forze politiche, chissà, dunque, se il vecchio alunno dei gesuiti riuscirà a diventare davvero Presidente del Consiglio.

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