Sotto sorveglianza stretta: un esame ogni tre mesi

I rischi: maxi-sanzioni, congelamento dei fondi strutturali e uscita dal piano di acquisti Bce

Sotto sorveglianza stretta: un esame ogni tre mesi

La Commissione europea ha contestato all'Italia la violazione della regola del debito e ha concluso che l'apertura di una procedura per disavanzo eccessivo è «giustificata». In sostanza viene richiesto al nostro Paese di «riconsiderare la sua traiettoria di bilancio» affinchè debito e deficit tornino a scendere. Tale procedura è regolata dall'articolo 126 del Trattato Ue secondo cui il disavanzo (cioè il rapporto tra le uscite di uno Stato e i suoi incassi) non deve superare il 3% del Pil e il debito non deve superare il 60% del Pil.

Ma cosa succederà al nostro Paese con la procedura di infrazione? L'Italia diventerà una «sorvegliata speciale». Dovrà impegnarsi a intraprendere un percorso di austerità ovvero a ridurre il debito e anche il deficit strutturale. Ogni tre-sei mesi i commissari Ue verificheranno l'andamento dei conti e delle riforme ovvero che le azioni richieste per rientrare dalla «deviazione significativa» siano effettivamente messe in pratica. Il governo italiano e Bruxelles dovranno quindi concordare tempi e modi di un percorso di rientro dei nostri conti pubblici. Nel caso in cui la Ue non ritenga valida la strategia correttiva sul disavanzo progettata, la Commissione chiederà alla corte di Giustizia di imporre delle sanzioni. Quali? L'obbligo di un deposito infruttifero (fino a 9 miliardi ossia fino allo 0,5% del pil, ma si parte dallo 0,2%, pari a circa 2,5 miliardi) calcolato in base all'importanza delle norme violate e agli effetti della violazione sugli interessi generali dell'Unione Europea e convertibile in multa in caso di reiterata mancata correzione del disavanzo eccessivo. Scatterebbe, inoltre, il congelamento dei fondi strutturali, ovvero dei finanziamenti che l'Unione Europea dà agli Stati membri per investimenti mirati alla crescita economica e occupazionale del Paese (l'Italia dovrebbe ricevere 73 miliardi fino al 2020). Inoltre, è prevista l'uscita dal programma di acquisto di titoli di Stato della Bce.

E i tempi? Entro il 9 luglio l'Ecofin decide se avviare la PDE (Procedura per Disavanzi Eccessivi) ed entro fine luglio vengono decisi termini e condizioni da far rispettare all'Italia. La Commissione può proporre al Consiglio composto dai ministri dell'Economia e delle Finanze di tutti gli Stati membri di far depositare all'Italia il deposito infruttifero; entro fine agosto la proposta di procedura è accettata automaticamente, salvo che il Consiglio voti per rigettarla (ed è proprio su questo campo che ora il premier Giuseppe Conte sta giocando la sua partita). Entro 3/6 mesi dall'apertura della procedura la Commissione verifica la «mancanza di azioni efficaci» da parte dell'Italia e propone raccomandazioni al Consiglio.

In caso di mancanze, le sanzioni dovranno essere decise nell'arco di 30 giorni; entro i successivi 2-4 mesi se le inadempienze continuano e si aggravano, l'Ecofin può decidere di aumentare le sanzioni fino allo 0,5% del pil, la Bce può essere esortata a rivedere i prestiti e il Fondo Europeo per Investimenti Strategici può sospendere gli impegni e i pagamenti. Le sanzioni, se accettate, diventerebbero effettive a partire da gennaio 2020. Nel frattempo, l'«anno bellissimo» promesso da Conte diventerebbe l'anticamera del Purgatorio.

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