Salvini irritato: vuole correre da solo

Regionali, Lega pronta allo strappo. No a Conte (e Berlusconi)

Salvini irritato: vuole correre da solo

Roma - È un venerdì di tensione dentro il centrodestra. Parole pronunciate a mezza bocca, risposte evasive, stoccate più o meno accennate. Segnali tipici che accompagnano la stretta finale di una trattativa difficile, quella per i candidati governatori della Puglia e della Campania, su cui i leader faticano a trovare la quadra. I contatti sono continui, ma Matteo Salvini, dopo le vittorie ma anche dopo la dolorosa sconfitta in Emilia Romagna, appare deciso a ottenere un suo candidato in una delle due regioni del Sud e a rimettere in discussione il patto dell'autunno scorso. Magari neppure schierando un suo dirigente di partito, ma almeno in Campania un esponente della società civile scelto da lui. Il forcing leghista è in corso. E c'è anche chi arriva a non escludere un affondo a sorpresa: la presentazione di una candidatura salviniana fuori dalla coalizione di centrodestra. Una mossa che romperebbe la «pax regionale» che tanti successi ha ottenuto.

È chiaro che se questo avvenisse verrebbe inevitabilmente interpretato come un semi-divorzio politico. In questa fase la Lega sta battendo molto sul tasto della diversità di approccio rispetto agli aiuti europei cercando di far passare il messaggio di una Forza Italia pronta a entrare in maggioranza. «A volte non capisco le parole di Berlusconi. Dire sì al Mes, usare la stessa lingua di Renzi, mi lascia molti dubbi». Un affondo che si accompagna al timore che gli azzurri possano appoggiare una legge elettorale proporzionale (con cancellierato alla tedesca) e lavorare al progetto con il Pd. Ipotesi al momento decisamente lontane - Forza Italia ribadisce in ogni occasione utile che non esiste altra via fuori dal perimetro del centrodestra - ma comunque utili ad alimentare la competizione interna. Ieri qualche tensione si è anche registrata tra sul tema della scuola con Lega e Fdi sulla linea barricadera e Forza Italia su posizioni meno agguerrite, ma alla prova dei fatti anche Forza Italia ha detto no al dl.

Quel che è certo è che in queste ore si sta giocando una partita delicata. La prossima settimana i leader del centrodestra si vedranno per parlare delle regionali e sciogliere i principali nodi sul tavolo, a cominciare dai casi della Campania e della Puglia. Fratelli d'Italia e Forza Italia rivendicano i propri candidati-governatori, rispettivamente, Raffaele Fitto in Puglia e Stefano Caldoro in Campania. Difficile trovare il punto di mediazione possibile, anche se qualcuno dalle parti dei sovranisti inizia a suggerire uno scambio tra Campania e Toscana per uscire dalla strettoia. A meno che Salvini non tiri fuori un asso dalla manica e convinca una delle grandi figure imprenditoriali o della società civile napoletana a scendere in campo. «Caldoro è una brava persona. Ma la Lega vuole il cambiamento».

Il problema è che i sondaggi vedono lo stesso Caldoro in testa tra i candidati politici del centrodestra, così come in Puglia Fitto risulta nelle condizioni di sconfiggere Emiliano con sette punti di vantaggio. Il braccio di ferro, insomma, è in corso e, sondaggi alla mano, l'usato sicuro appare più affidabile del nuovo.

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