Cronache

Spaccio fuori da scuola e bottigliate: in manette la gang di pusher africani

La base nei vicoli del centro storico. Botte in testa ai "clienti"

Spaccio fuori da scuola e bottigliate: in manette la gang di pusher africani

Il guadagno giornaliero era in media di 600 euro, la cifra che tanti italiani racimolano in un mese. Una gang di gambiani e nigeriani vendeva morte anche ai minorenni, spacciando in uno dei più belli e noti posti al mondo: Agrigento, a due passi dal salotto buono della città. I carabinieri hanno fatto «piazza pulita» arrestando i sei che avevano preso possesso di piazza Ravanusella, nel centro storico della Città dei Templi, seminando paura tra i residenti, gli operatori commerciali e la comunità senegalese, che è parecchio attiva ad Agrigento, tanto da registrarsi persino dei violenti scontri tra quest'ultima e i gambiani.

Come ninja sui tetti, i carabinieri hanno filmato gli scambi, i nascondigli negli anfratti di vecchie case abbandonate, bypassando, in questo modo, le vedette che scattavano a ogni minimo segnale di pericolo. E hanno preso atto del fatto che gli acquirenti fossero giovani e giovanissimi, frequentatori di pub e happy hour e studenti che, all'uscita di scuola, facevano rifornimento di qualche dose. Tra i 32 segnalati alla prefettura come consumatori ci sono, infatti, molti 16enni.

Gli spacciatori erano dei violenti. In più occasioni hanno preso a bottigliate di vetro in testa gli acquirenti semplicemente perché erano spesso ubriachi o sotto l'effetto di stupefacenti e litigavano anche fra loro. «Uno dei dati più impressionanti che hanno colpito gli investigatori dicono i carabinieri - è stata la determinazione, la sfrontatezza e la violenza con cui il sodalizio operava indisturbato».

Ieri il blitz con un elicottero del 9° elinucleo Carabinieri di Palermo, che ha puntato il suo faro sui tetti delle palazzine fatiscenti del centro storico, e poi le irruzioni e le perquisizioni a tappeto degli oltre 100 carabinieri del Comando provinciale di Agrigento e delle unità cinofile del Nucleo di Palermo, impiegati nell'operazione che è partita nell'ottobre 2018 e ha registrato numerosi arresti. I sei finiti in manette ieri sono quattro gambiani e un nigeriano, arrivati via mare tra il 2014 e il 2017, e una donna proveniente dal Belgio e con passaporto italiano. Gli arresti sono avvenuti ad Agrigento e uno a Palermo.

«Il giro di affari complessivo registrato nel corso dell'intera operazione - dicono i carabinieri di Agrigento - è stato stimato in oltre 150mila euro, se si considera che ogni giorno aveva luogo una media di 40 scambi di stupefacente, per oltre 120 grammi di roba smerciata e con un guadagno medio di oltre 600 euro per ogni giornata lavorativa».

«Da anni è risaputo che Agrigento ha questi luoghi oscuri dove si svolge lo spaccio ha detto la pm Alessandra Russo, che ha condotto le indagini - rendendo invivibile questa zona. Abbiamo agito per risolvere il problema definitivamente, andando oltre agli arresti singoli.

Per questo si è trattato di un'indagine più lunga che ha portato alla scoperta del giro, controllato dai sei elementi arrestati».

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