Roberto Pirrone è stato condannato a 16 anni di reclusione, con rito abbreviato, per l'omicidio del senegalese Idy Diene, avvenuto il 5 marzo 2018 sul ponte Vespucci a Firenze. Il gup del Tribunale di Firenze, Sara Farini, non ha riconosciuto l'aggravante dei futili motivi (contestata dalla pubblica accusa) e non ha concesso le attenuanti generiche al tipografo in pensione. Il pm Giuseppe Ledda aveva chiesto una condanna a 16 anni, tenendo conto dello sconto di pena previsto dal rito abbreviato. L'imputato ha assistito in aula alla lettura della sentenza in silenzio. Il giudice ha disposto anche che l'entità dei risarcimenti per le parti civili venga calcolata in sede civile e ha disposto una provvisionale per le due mogli della vittima: una da 100mila euro, per quella che vive in Italia, l'altra da 75mila per quella che vive in Senegal. Riconosciuta una ulteriore provvisionale da 50mila euro per altri parenti della vittima. Le motivazioni della sentenza saranno depositate tra 60 giorni.
«Sedici anni mi sembrano molto, molto pochi - commenta Pape Diaw, storico rappresentante della comunità senegalese -. Per un omicidio così efferato, quasi un'esecuzione. Non si commentano le sentenze dei tribunali, ma una sentenza del genere non dà un gran segnale. Ne prendiamo atto, questa è la giustizia. Se venissero dati 25, 30 anni di carcere, una persona ci penserebbe due volte prima di sparare.
Tutti gli omicidi a sfondo razziale, però, in Italia, penso anche ai fatti di Macerata e agli omicidi di Firenze non hanno previsto pene troppo pesanti. Se un nero sparasse ad un bianco, verrebbe condannato a 25 anni. Questa è una cosa che fa riflettere».
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