Roma Alla terza ondata sismica che investe il Centro, persino per Beppe Grillo diventa difficile tirarsi indietro. E così, anche l'ex comico risponde «ci siamo» all'appello di Matteo Renzi.
Il premier, nella conferenza stampa a poche ore dal nuovo terremoto, chiede la collaborazione di tutti per affrontare l'emergenza: «L'Italia ha molti difetti, ma in queste circostanze sta dando il meglio. Faccio appello alle forze politiche per evitare divisioni», dice annunciando un consiglio dei ministri ad hoc, oggi, per varare nuove misure. E aggiunge: «Sarebbe un buon passo avanti se si smettesse con le polemiche assurde. Va bene litigare, ma ora bisogna essere uniti». Il riferimento è ad una senatrice grillina, tal Enza Blundo, che di primo mattino aveva accusato il governo di aver «abbassato» la magnitudo del terremoto per «non pagare i danni». Delirio unanimemente accolto da indignazione e sberleffi, che in pochi minuti aveva fatto il giro della rete.
Ed è anche alla nuova performance dei suoi sciroccati parlamentari che si deve la «svolta» buonista di Grillo, resosi conto che l'immagine di un partito di sciacalli che cavalcano la disgrazia nazionale per lucrare consensi anti-governo non paga. Dunque, dopo aver fatto sconfessare la Blundo dal suo ufficio stampa e dopo aver mandato in avanscoperta la sindaca grillina di Torino, Chiara Appendino, che invitava ad «andare oltre le divisioni» sul terremoto, il capo del partito Cinque Stelle ha avviato la svolta a U, promettendo collaborazione sul decreto terremoto. Lo stesso, nel frattempo, facevano le altre opposizioni. «In giorni così l'unica bandiera che conta e deve contare è il Tricolore. Per questo la nostra disponibilità a collaborare con il governo e le altre opposizioni sul post terremoto sarà totale», annuncia Debora Bergamini a nome di Forza Italia. E lo stesso fa Sinistra Italiana. Il premier promette: «Ricostruiremo tutto», e assicura che non saranno le regole europee ad imporre limiti: «Tutte le risorse necessarie noi le abbiamo a disposizione, abbiamo spazio per poterle prendere nel bilancio e non abbiamo nessun tipo di riguardo per le regole tecnocratiche che negherebbero l'idea stessa di identità del Paese. Tutto ciò che servirà a ricostruire su quei territori lo prenderemo».
«Domani in Consiglio dei ministri valuteremo le modifiche al decreto sul terremoto», spiega dai luoghi del sisma il Commissario straordinario Vasco Errani: «Abbiamo una sola strada: mettere in sicurezza le persone e impostare testardamente il processo di ricostruzione. Ha fatto bene Renzi a dare un messaggio molto chiaro: lo Stato c'è e assicura la ricostruzione».LCes
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