Natale da incubo ma, d'altronde, la scomparsa prematura di «Spelacchio» non lasciava presagire nulla di buono. A pochi giorni dal decesso dell'abete più brutto, malandato e tenero che la Capitale ricordi, i romani si raccolgono attorno alla «salma» e piangono. Un po' per il caro estinto, un po' perché si preparano a ricevere i loro doni. Non c'è odore di biscotti, né confezioni scintillanti da scartare, ma una distesa di spazzatura maleodorante.
«Sono quindici giorni che non ritirano i rifiuti, nel cortile del nostro condominio è pieno di topi». A parlare è Carla Canale, l'avvocato che lo scorso 6 dicembre, assieme ai rappresentanti dei comitati di quartiere del IX Municipio, ha presentato una diffida formale per intimare all'Ama e al Campidoglio di ripristinare il servizio di raccolta dei rifiuti. Siamo a Fonte Meravigliosa e gli androni dei palazzi di questo quartiere che confina con l'Eur sono completamente sommersi dall'immondizia.
Una brutta cartolina di Natale, soprattutto ora che il caso di «Spelacchio» ha fatto il giro dei media di tutto il mondo, New York Times incluso e si è riaccesa l'attenzione sulla gestione zoppicante della giunta grillina, alle prese anche con il rifiuto, da parte della Regione Toscana, di accogliere altre tonnellate di spazzatura.
Che così continua ad accumularsi ovunque. Via di Vigna Murata, via Laurentina, Mostacciano, Torrino: un raccordo anulare di immondizia. Colpa anche dei mezzi di raccolta dell'Ama che da quattro mesi lavorano a mezzo servizio. Soltanto il 18 per cento dei cosiddetti «squaletti», le vasche ribaltabili adibite alla raccolta porta a porta, sono funzionanti. Il resto è fermo nelle officine ad attendere i pezzi di ricambio che non arrivano mai. Nel frattempo, i quattro angoli della Capitale restano subissati dai sacchi della spazzatura, tanto che l'ad di Ama, Lorenzo Bagnacani, starebbe pensando a esternalizzare il servizio in attesa di un nuovo appalto per trenta compattatori e cento «squaletti», visto che l'ultima gara è andata deserta. Un paradosso per la giunta grillina: ha difeso il servizio pubblico a ogni costo e ora lancia una specie di «privatizzazione» a tempo.
In realtà il servizio va avanti a singhiozzo dal mese di agosto, ma da quando la raccolta dei rifiuti porta a porta è stata estesa, un mese fa, anche al X Municipio e al Ghetto, nei quartieri periferici i mezzi dell'Ama non si sono più fatti vedere. «Il risultato è che le isole ecologiche condominiali per cui abbiamo speso fino a 10mila euro sono invase dalla spazzatura», spiega l'avvocato. Ora i residenti pretendono di essere risarciti dal Campidoglio con la decurtazione del 60 per cento sulla tariffa dei rifiuti e il pagamento dei danni. Il degrado non risparmia nemmeno le scintillanti vie dello shopping al centro del quartiere famoso per l'architettura razionalista. «Davanti ai negozi si accumulano rifiuti e foglie secche ammassate in strada», denuncia Paolo Lampariello, presidente dell'associazione «Ripartiamo dall'Eur».
Esposti e diffide si moltiplicano in ogni quadrante di Roma. Anche Patrizia, una barista del quartiere San Lorenzo, ha firmato per chiedere i danni al Comune. «L'Ama e le cooperative si rimpallano le responsabilità, fatto sta che l'immondizia sono costretta a buttarmela da sola», dice confessando di rimpiangere i vecchi secchioni su strada. Qui i palazzi sono invasi dai topi e dai cattivi odori.
In Campidoglio intanto si preparano a dover fare i conti con un'altra sciagura.
La richiesta di risarcimento di 29 milioni di euro di danni arrivata a Roma Capitale e Roma Metropolitane dalla Rti Condotte, per non aver dato seguito «ad alcun provvedimento, mantenendo una situazione di stallo, sulla metro D». Un bel regalo di Natale, ma non per i romani.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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