Coronavirus

Speranza si autoassolve: "Non si gioca con il virus". E la maggioranza lo grazia

La foto di Roberto Speranza solo dietro i banchi del governo, braccia conserte e sguardo nel vuoto, dice molto

Speranza si autoassolve: "Non si gioca con il virus". E la maggioranza lo grazia

La foto di Roberto Speranza solo dietro i banchi del governo, braccia conserte e sguardo nel vuoto, dice molto. Più della storiella sull'Italia «modello per il mondo» con migliaia di morti e un'economia in ginocchio, più delle panzane sul «piano pandemico aggiornato», del report Oms sparito Oms «per errori fattuali». Il ministro della Salute incassa la fiducia della Lega e salva (per ora) la poltrona. La mozione Fdi è stata sepolta da 221 no, più o meno come le mozioni analoghe di Gianluigi Paragone (Italexit) e degli ex M5s. Ma sul ministro incombe la richiesta di una commissione di inchiesta di Lega, Fi, Udc e Cambiamo.

Speranza sa benissimo che la gestione della pandemia del governo Conte è finita sul banco degli imputati, non per scelte politiche ma per una catena di errori e omissioni del suo ministero di cui dovrà rendere conto ai magistrati, che sentiti dal Giornale si trincerano dietro un legittimo no comment. Eppure Speranza ha provato ad arringare l'aula di Palazzo Madama: «Il nemico è il virus, non cadiamo nella tentazione di utilizzare la lotta alla pandemia per ragioni strumentali», come ha già fatto la sinistra in Lombardia. Già, parla a Matteo Salvini quando denuncia «il tentativo di sfruttare l'angoscia degli italiani per miopi interessi di parte, non si fa politica su un'epidemia». Frasette a effetto che servono per nascondere le inesattezze dette per giustificare tutte le mancanze del suo ministero, soprattutto all'inizio della pandemia, quando anziché chiudere l'Italia si sono raddoppiati i voli dalla Cina e si sono regalate a Pechino 14 tonnellate di protezioni, lasciando sguarniti e impotenti i medici della Bergamasca. E non è un caso se le prime parole sdegnate arrivino dall'avvocato che tutela i familiari di quelle vittime, Consuelo Locati: «Come mai non ha chiuso la Valseriana, quando il Cts e gli esperti glielo consigliavano sulla base dei dati? Come mai l'esercito è arrivato poi è stato ritirato? Perché non ha sigillato la Valseriana come Codogno alle prime avvisaglie? Perché il 4 febbraio 2020 il suo ministero si auto attribuiva voti più che eccellenti (è il test Oms che porta la firma come Respondent identification dell'ex dg Claudio D'Amario, ndr) sulla preparazione pandemica?». «Ha omesso elementi fondamentali - sottolinea Galeazzo Bignami di Fdi - bastava smentire il contenuto delle mail che lo tirano in ballo o dire che il suo capo di gabinetto Goffredo Zaccardi (nel mirino dei pm) non ha mai chiesto all'ex dg della Sanità Ranieri Guerra che il report non venisse ripubblicato. Ma non l'ha fatto». Tanto che l'estensore del documento Francesco Zambon si dice sorpreso: «Non si è dissociato dalle dichiarazioni emerse da chat ed email finite sui giornali» nelle quali i dirigenti del ministero concordavano sull'idea di insabbiare definitivamente quello studio che inchiodava Speranza, D'Amario e Guerra alle loro responsabilità. Intanto la procura lavora alle circolari ministeriali del 22 e 27 gennaio 2020, con cui prima si approvavano poi si vietavano i tamponi anche agli asintomatici sospetti, mandando in tilt il tracciamento, in assenza di alcuna indicazione da parte dell'Oms. L'ipotesi dei pm è che sia stato deciso per mancanza di tamponi e reagenti. E chi doveva provvedere allo stoccaggio? Il ministero, anche se il piano non era stato aggiornato. Il direttore scientifico dello Spallanzani Giuseppe Ippolito il 29 gennaio 2020 suggerì di attivarlo comunque. Ma Speranza si fidò di Guerra, citandolo in aula il 30 gennaio e facendo sue le (testuali) parole pronunciate da Guerra: «l'Italia è pronta a fronteggiare la pandemia».

Speranza lo ridica ai familiari dei 120mila morti.

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