La spiaggia dei radical chic in trincea contro i profughi

Ne arriveranno 50 a settembre. E a Capalbio, capitale della sinistra buonista, vanno in piazza per dire no

Marco Gemelli

Profughi? No, grazie. È sulle colline toscane di Capalbio, un tempo icona dell'élite radical chic, che la sinistra getta la maschera e rivela le sue contraddizioni. Alla notizia dell'arrivo di una cinquantina di profughi nelle villette disabitate del centro della cittadina maremmana, l'amministrazione di segno Pd ha iniziato una protesta contro la «scelta assurda» della prefettura grossetana: «Qui ci sono ville di gran lusso, è l'area più residenziale della perla della Maremma» ha spiegato al Corriere il sindaco Luigi Bellumori, guidando l'indignazione della località balneare tanto cara alla sinistra dell'accoglienza, aggiungendo che «come Capri e Portofino, Capalbio accoglie turismo culturale. Con 19mila ettari, bisognava metterli proprio lì?».

Domanda che il sindaco ha rivolto al viceprefetto di Grosseto Luigi Manzo, ma senza smuovere alcunché: la scelta è stata confermata, nonostante i sospetti che alcuni cittadini hanno adombrato sull'appalto che ha permesso a una società «invischiata nello scandalo di mafia capitale» di vincere il bando. In base ai prossimi arrivi che si registreranno alle frontiere italiane, quindi, Capalbio avrà la sua quota di immigrati. Una convivenza che si preannuncia non facile, per quella cinquantina di persone chiamate a integrarsi con i residenti - poco più del doppio che d'inverno abitano il centro cittadino maremmano.

E così, proprio mentre il governatore toscano Enrico Rossi offre un bonus economico per le famiglie italiane che decidono di accogliere in casa un migrante, la gauche che pasteggia a champagne si trova in pieno imbarazzo a dover sperimentare sulla propria pelle quella accoglienza senza se e senza ma che altrove sbandiera quasi come un marchio di fabbrica. Invece qui gli occhi guardano tutti a ciò che potrebbe accadere il 25 agosto, quando i fautori dell'accoglienza Nimby («Not in my backyard», ossia «Non nel mio giardino») daranno vita a una protesta contro l'arrivo dei profughi alle porte della perla della (ormai ex) roccaforte radical chic della rossa Toscana. Una questione di principio, più che legata alle ripercussioni turistiche: con tutta probabilità, infatti, i cinquanta migranti arriveranno a Capalbio a settembre, quando ormai molti vip in vacanza sulla costa o nelle campagne saranno già tornati a casa.

Che il tema sia delicato, insomma, lo ha scoperto anche la sinistra. E dire che appena qualche giorno prima, a Firenze, un gruppo di 185 giovani statunitensi di ritorno dalla Giornata mondiale della gioventù in Polonia aveva lasciato l'ostello della gioventù «Villa Camerata» per la presenza di profughi e richiedenti asilo. Una circostanza che, secondo l'associazione italiana alberghi per la gioventù, avrebbe causato timori per la propria sicurezza.

Il tour operator religioso di Roma responsabile del viaggio ha motivato la revoca della prenotazione dichiarando che la presenza dei richiedenti asilo ha generato una percezione di paura e insicurezza nei partecipanti, tale da «non lasciare un buon ricordo» della visita a Firenze.

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