I balli sulla spiaggia, con aperitivo in mano, saranno solo un ricordo. Quest'anno la musica si ascolta rigorosamente seduti e al massimo saranno le gambe a muoversi a ritmo di musica o le mani a ticchettare sui braccioli delle sdraio. Il bagno, poi, si fa distanziati e invece degli inservienti «fisicati», modello Baywatch, ci troveremo davanti sagome con mascherina, guanti e visiera facciale.
Più che un'estate sarà un incubo. Il fantasma del coronavirus non ci abbandona nemmeno sulle spiagge e per allontanarlo l'ISS ha dettato indicazioni che compaiono nel «Rapporto sulle attività di balneazione in relazione alla diffusione del virus SARS-CoV-2» del Gruppo di Lavoro Ambiente-Rifiuti COVID-19 in collaborazione con il Ministero della Salute, l'INAIL, il Coordinamento di Prevenzione della Conferenza Stato Regioni, esperti delle ARPA e altre istituzioni. L'obiettivo è di alzare il livello di sicurezza sulle spiagge in vista della stagione balneare ma le regole sono paradossali: musica solo da seduti, niente animazione, giochi, feste e rinfreschi. Ci saranno percorsi differenziati con indicazioni bilingue, mantenere la distanza di almeno un metro in spiaggia e in acqua anche tra i bimbi. «Con oltre 7.000 km di costa e un numero elevato di aree di balneazione abitate da 17 milioni di persone - scrive l'Iss - che possono anche raddoppiare in alta stagione, può diventare significativo il rischio riconducibile al turismo balneare. Affollamenti, spostamenti, vicinanza e contatto sono infatti più frequenti nelle aree tipiche dell'ambiente balneare in stabilimenti, spiagge attrezzate o di libero accesso. Assume invece scarsa rilevanza il rischio correlato alla potenziale contaminazione delle acque da reflui o da escreti infetti presenti a monte dell'area di balneazione o diffusi da imbarcazioni».
No quindi a tutte le forme di aggregazione che possono creare assembramenti, quali, tra l'altro, attività di ballo, feste, eventi sociali, degustazioni a buffet. Per gli stabilimenti e per i bagnanti viene raccomandato di prenotare l'accesso agli stabilimenti (anche online), eventualmente per fasce orarie e registrare gli utenti, al fine di rintracciare i contatti in caso di contagi, mantenendo l'elenco delle presenze almeno per 14 giorni. Le locandine con le date dei tornei sportivi o ke classifiche dei giocatori di carte lasceranno il posto a quelle che riportano le regole comportamentali. Monitorata inoltre la temperatura corporea del personale e dei bagnanti e sarà vietato l'accesso se supera i 37,5 C. Locali e arredi saranno costantemente puliti, sedie, sdraio, lettini sanificati, mentre cabine docce singole e spogliatoi per i quali non è possibile assicurare una disinfezione intermedia tra un utilizzo e l'altro verranno chiusi.
Ma secondo i sindaci è «impossibile» far rispettare le nuove regole sulle spiagge libere. Il presidente dell'Anci, il sindaco di Bari, Antonio Decaro lo ha detto senza mezzi termini al presidente dell'ISS, Silvio Brusaferro. «Scrivere prescrizioni è molto semplice - tuona Decaro -. Provare a farle rispettare, su tutte le spiagge d'Italia è come svuotare il mare con un secchiello. Bucato. Qualcuno decide regole complicate senza coinvolgerci e poi scarica su noi sindaci la responsabilità della loro applicazione». «Venisse Brusaferro con noi sindaci sulle spiagge - conclude il presidente Anci -.
Ci aiuterà lui a misurare il metro e mezzo di distanza tra una sdraio e un telo da mare, a controllare che il costruttore del castello di sabbia sia a distanza regolamentare dal giocatore di racchettoni, a calcolare la circonferenza entro cui va inscritto ogni singolo ombrellone. Nonostante la mia laurea in ingegneria, posso già anticipargli che avrò parecchie difficoltà a controllare le spiagge della mia città che si sviluppa su 42 chilometri di costa».
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