Sporca e cattiva ma non rinuncio all'auto tedesca

Non mi lascio influenzare dalle fregnacce dei verdi sull'avvelenamento dell'atmosfera. Non credo a una parola dei nemici della locomozione

Sporca e cattiva ma non rinuncio all'auto tedesca

Angela Merkel non cesserà la propria carriera politica a causa dell'incidente d'auto di cui si parla tanto in questi giorni. Tornerà a correre presto per la propria strada, più vispa che pria. Il fracasso provocato dalla Volkswagen e dall'Audi (schiantatesi contro lo scandalo dei taroccamenti finalizzati a diminuire per finta la quantità del gas di scarico delle vetture), durerà al massimo una settimana o due. Nessuno ha interesse a enfatizzare il caso. Molte se non tutte le fabbriche automobilistiche ricorrono agli stessi mezzucci per apparire più «pulite» di come non siano. Il loro obiettivo pertanto è silenziare i media, rassicurando i clienti sull'efficienza delle macchine tedesche.

I quali clienti peraltro si sono già rassicurati da soli, nel senso che non hanno mai smesso di apprezzarle, perché sono belle, comode e vanno benone. Il fatto che emettano più anidride carbonica di quanto dichiarato ufficialmente non turba nessuno, forse soltanto qualche ecologista esaltato, cioè convinto che gli effetti della motorizzazione di massa siano prodromi dell'apocalisse, e preferisce le due ruote della bici alle quattro di una confortevole berlina.

Personalmente non rinuncerò all'Audi A8 (dopo avere posseduto un paio di Audi A6) che è un salotto soffice come quello di casa. Figuriamoci se mi lascio influenzare dalle fregnacce predicate dai verdi sull'avvelenamento dell'atmosfera, che è sempre stata piena di porcherie, ieri più di oggi, visto che l'uomo contemporaneo campa un maggior numero di anni rispetto ai suoi avi. Non credo a una sola parola di quelle sprecate dai nemici della locomozione, del riscaldamento a petrolio, delle ciminiere degli opifici. Non credo neppure alle teorie di coloro i quali cianciano di buchi nell'ozono, ipotizzando imminenti catastrofi, e descrivono il pianeta surriscaldato quale fonte di disastri in grado di annientare l'umanità.

Circa cinque anni orsono qualcuno si impegnò allo scopo di persuadere i soliti beoti che il cellulare fosse uno strumento micidiale, capace di spappolare il cervello di chi lo maneggiasse. Altri iettatori professionali misero in giro la voce che i ripetitori televisivi fossero pericolosi: avrebbero cagionato addirittura la leucemia. Di balle ne abbiamo sentite a iosa. Una più o una meno non muterà le nostre abitudini e i nostri destini.

Tornando all'anidride carbonica vomitata dai tubi di scappamento, non sopravvalutiamone la dannosità. Un individuo, quando respira, butta fuori la stessa schifezza. Le piante fanno la medesima cosa di notte, ma non è un buon motivo per disboscare e abbattere gli abeti che abbiamo in giardino. Ovvio, sarebbe meraviglioso un mondo senza rumori, senza scorie, senza intestini che producono quel che sappiamo. L'aspirazione di tutti è una capanna nell'Eden, dove non ci si ammala né si muore. Ma è solo un sogno. La realtà è che siamo in sei miliardi di persone le quali si arrabattano, emigrando qua e là e rompendo le scatole agli stanziali detentori del benessere, per tirare avanti alla meno peggio.

Non c'è anima che voglia riattualizzare i costumi e lo stile degli uomini primitivi. Il progresso, in cambio di tanti agi, esige però un prezzo: sopportare qualche refolo puzzolente. Sempre meglio dei fumi del letame che un tempo si inalavano anche nei centri urbani. Suvvia, che sarà mai lo spurgo di un'Audi?

Gli Stati Uniti, che hanno scoperto l'imbroglio tedesco, sono sicuri che le loro auto siano meno inquinanti delle europee? Sono alimentate ad acqua? Essi non avranno sollevato tutto questo pandemonio per rubare fette di mercato teutonico? Sospettare è lecito. Non c'è dubbio che lo scandalo (ingigantito) serva ora a sputtanare la Merkel. In Italia circolano già barzellette sulla serietà appannata dei tedeschi. I connazionali nostri si beano nel constatare che tutto il mondo è paese, e che tra napoletani e «tognini» in fondo non c'è molta differenza: gli uni e gli altri si ingegnano nel gioco delle tre tavolette. Chiacchiere divertenti e nulla più.

Dato che la gente non è stupida, la tecnica, la meccanica e la tecnologia germaniche manterranno il loro dominio. Quasi quasi mi compro un Maggiolone Volkswagen, naturalmente cabriolet, così con voluttà mi riempio i polmoni di aria inquinata. A proposito. Milano ha fama di essere la città più inquinata d'Italia. Sarà vero.

Ma è altrettanto vero che è quella in cui la gente vive più a lungo. Venite qui in vacanza. Vi farà bene. Buon viaggio in Audi.

Ps. Attenzione. Fra un decennio tutte le auto saranno elettriche, e questi discorsi saranno chiusi, per fortuna.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica