Coronavirus

Spostamenti, ma non fuori dalla regione. E Fiorello difende i 60enni: "Siamo panda"

Il decreto atteso nel weekend. Nelle aziende da preferire lo smart working. Distanziamento obbligatorio, come mascherine e guanti

Spostamenti, ma non fuori dalla regione. E Fiorello difende i 60enni: "Siamo panda"

Tante ipotesi e qualche certezza, come quella che dovremo imparare a convivere con le mascherine e dimenticarci qualsiasi forma di aggregazione sociale che non permetta di mantenere il distanziamento. È chiaro anche che la scuola non ricomincerà, del resto il comitato tecnico-scientifico che ha consegnato al premier Giuseppe Conte il suo parere in vista dell'imminente decreto sulla fase due, sconsiglia vivamente il ritorno in classe. Ma il 4 maggio il Paese ripartirà, seppur con il freno a mano tirato. Ricominceremo a muoverci, almeno all'interno della Regione, potremo passeggiare e portare i bambini all'aria aperta, forse in spazi contingentati e sempre mantenendo le distanze. Non si sa ancora se la ripartenza, che prevede il ritorno in attività di 2,7 milioni di persone, sarà a fasce di età. Vittorio Colao, che guida la taske force del governo, ha suggerito di esonerare dal lavoro i sessantenni, più a rischio di contrarre il virus. Per ora Conte ha respinto questa possibilità, ma nel decreto potrebbe ripensarci e prevedere che continuino a lavorare da casa. Fiorello, che è alla soglia dei 60 anni, si è sentito tirato in ballo e ha ironizzato a modo suo invitando i coetanei a non uscire: «Siamo a rischio, siamo persone da proteggere. Un po' come i panda».

LE AZIENDE

Lo smart working continuerà a essere suggerito. Negli uffici sarà necessario rispettare una serie di misure, previste da un protocollo dell'Inail per il contenimento del rischio nei luoghi di lavoro, che dovranno essere rimodulati per consentire il distanziamento sociale, anche attraverso l'installazione di barriere protettive. Per gli spazi comuni, comprese le mense, gli spogliatoi e i bagni, sarà necessaria una ventilazione continua degli ambienti e anche una turnazione nella fruizione. L'entrata e l'uscita dei dipendenti, a cui dovrà essere misurata la febbre, va scaglionata e gli spostamenti all'interno dell'azienda limitati, così come le riunioni in presenza di molte persone e le trasferte. Il 4 maggio (o forse già il il 27 aprile) dovrebbe ripartire il settore della manifattura, quello tessile, delle costruzioni e del commercio all'ingrosso.

I NEGOZI

Stringenti le misure per consentire la riapertura delle attività commerciali. Saranno necessarie le mascherine per commessi e clienti, così come i disinfettanti. Ma i negozi potrebbero riaprire non prima dell'11 maggio, rispettando le misure di distanziamento e regolamentando gli accessi a seconda dei metri quadri del locale. Chi vende abiti dovrà provvedere alla sanificazione dei capi provati dai clienti. Per tornare nei centri commerciali bisognerà aspettare ancora.

BAR E RISTORANTI

È probabile che non potremo andare a cena fuori o prendere un cappuccino al bar fino al 18 maggio. Per consentire il distanziamento (due metri tra un tavolo e l'altro) i ristoranti dovranno dimezzare i coperti, una necessità che pone seri problemi di sopravvivenza per molti locali che non possono sostenere le spese di un'attività a ranghi ridotti. I bar dovranno evitare assembramenti al bancone.

PARRUCCHIERI ED ESTETISTE

I saloni di bellezza potrebbero riaprire dopo l'11 maggio, seguendo rigide norme di sicurezza e igiene. Le clienti potranno accedere ai trattamenti, con le adeguate protezioni, solo per appuntamento e in numero limitato. Tutti gli strumenti dovranno essere sterilizzati.

SPORT E PALESTRE

Dal 4 maggio si potrà fare jogging e sport all'aperto anche lontano da casa e allenarsi individualmente. I professionisti potranno tornare nei centri. Ancora fermi gli sport di squadra.

Le palestre non apriranno prima di giugno.

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