Tempi più lunghi del previsto per il decreto Sostegno. Il primo provvedimento economico del governo Draghi dovrebbe vedere la luce entro la prossima settimana. Allo studio i dettagli delle misure fiscali e dei ristori. L'impianto generale dovrebbe rimanere quello anticipato nei giorni scorsi. Compreso lo stralcio delle cartelle.
Nelle ultime bozze è saltato il riferimento ai 5mila euro come soglia massima di quelle soggette a stralcio. Anche nella nuova versione si fa riferimento ai debiti affidati agli agenti della riscossione dal 2000 al 2015. Ma al posto della soglia unica a 5.000 euro si prevedono delle alternative: a 3.000 euro, con un costo pari a 730 milioni; 5.000 euro, con un costo di 930 milioni; 10.000 euro, operazione che costerebbe 1,53 miliardi; 30.000 euro, con un costo di circa 2 miliardi e 50.000 euro con un aggravio di 2,34 miliardi. L'annullamento senza soglia di tutti i ruoli costerebbe circa 3,7 miliardi.
Il fatto che ancora si riporti un ventaglio di possibilità significa che i problemi sono in parte politici (una parte del governo è contraria a quella che è di fatto una sanatoria) e in parte di copertura. Una discussione che non può che riguardare anche il ministro dell'Economia, Daniele Franco, ex ragioniere generale dello Stato.
L'obiettivo non è tanto quello di attuare una sanatoria, quanto dare la possibilità al fisco di concentrarsi sul recupero di crediti più recenti.
Il decreto stabilisce le nuove rate della rottamazione ter. I pagamenti sono validi se effettuati entro il 31 luglio 2021, per le rate in scadenza il 28 febbraio, il 31 marzo, il 31 maggio, il 31 luglio e il 30 novembre 2020. Altro termine, il 30 novembre 2021, per le rate che scadono il 28 febbraio, il 31 marzo, il 31 maggio e il 31 luglio 2021.
Confermato l'impianto dei ristori per le attività economiche penalizzate dalle chiusure e dalla pandemia. Eliminato definitivamente il legame con i codici Ateco, i risarcimenti spetteranno a tutte le attività economiche. Per le partite Iva il contributo a fondo perduto spetterà a chi ha ricavi non superiori a 5 milioni di euro nel 2019, che nel bimestre gennaio/febbraio 2021 abbiano registrato un ammontare del fatturato e dei corrispettivi inferiore ai due terzi dell'ammontare del fatturato e dei corrispettivi dello stesso periodo del 2019. I ristori andranno da un minimo di 1.000 euro per le persone fisiche, e 2.000 euro per tutti gli altri soggetti, a un massimo di 150.000 euro.
Per le partite Iva il decreto prevede un una rottamazione ad hoc. Se hanno registrato nel 2020 perdite superiori al 33% potranno «definire in via agevolata le somme dovute a seguito del controllo automatizzato delle dichiarazioni relative ai periodi di imposta 2017 e 2018».
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