Prendono ancora tempo, i pentastellati. Studiano pareri, consultano avvocati, valutano e rivalutano i pro e i contro della realizzazione dello stadio. Ma Grillo un'idea sua già ce l'ha: «Nessuno è contrario, se c'è una discussione è sulla collocazione, anche se poi decideranno giunta e sindaco, perché Tor di Valle è una zona a rischio idrogeologico. E se poi c'è un'esondazione...». Uscita cui replicano i progettisti della As Roma: «La zona è sicura, non è ipotizzabile un sito alternativo». Si vedrà domani, all'incontro voluto dalla Raggi. Ma la situazione è sempre più incerta e il progetto rischia di arenarsi.
Il Campidoglio sta valutando di chiedere la revoca della delibera Marino che stabilisce la pubblica utilità dello stadio dei giallorossi. La sindaca ha già chiesto all'avvocatura capitolina e al dipartimento urbanistica di verificare la sussistenza dei presupposti per andare avanti oppure per chiederne l'annullamento o la modifica. Un parere a questo punto determinante: potrebbe portare alla rimodulazione della delibera attraverso una trattativa con la As Roma sulla riduzione delle cubature oppure alla sua revoca, il che decreterebbe la fine della conferenza dei servizi e una nuova partenza con un progetto diverso su una nuova area. Grillo, sceso a Roma per prendere parte alla riunione di maggioranza dei consiglieri M5S, ci va comunque con i piedi di piombo. Il tema è scivoloso e lo sa: «Questa non è una mia decisione. Virginia si sta muovendo a scopo cautelativo, perché la situazione è un po' complessa. Farà lei una dichiarazione tra uno o due giorni». Ma è un non dire eloquente il suo. Il comico genovese punta il dito sull'eccessiva cementificazione del nuovo impianto sportivo, un'idea ben lontana da quella di pubblica utilità: «È un'opera da un milione di metri cubi dove lo stadio rappresenta il 15 per cento e l'85 per cento sono altre cose». Dello stadio, durante l'incontro in Campidoglio, si sarebbe parlato solo marginalmente. Il leader del movimento avrebbe piuttosto spronato i consiglieri ad andare avanti compatti per cambiare il volto della città. Senza fare pressioni sul progetto di Tor di Valle. Da «ragioniere», come si definisce lui stesso, Grillo ha invece molto da dire sulla situazione di Roma. «Questa città è una bomba che può scoppiare da un momento all'altro», attacca in un video postato sul suo blog in cui sollecita una legge per la capitale d'Italia. «Tutte le capitali del mondo - continua - hanno una legislatura privilegiata, con finanziamenti privilegiati, perché qui ci sono ambasciate, i flussi del Vaticano, milioni di turisti. Non puoi trattarla come una città normale». Poi si rivolge ai romani. «Ma cosa pretendete dalla Raggi? Cosa fa in una situazione così? Ci dovete dare una mano tutti, non è che possiamo tenere 8.560 km perfetti, dovete diventare anche voi sindaci dei vostri 10 metri quadri».
Sull'interrogatorio di Virginia Raggi, intanto, ieri è intervenuto il procuratore capo Giuseppe Pignatone.
Il Guardasigilli, Andrea Orlando, gli aveva chiesto lumi sulla diffusione della notizia delle polizze vita mentre l'atto istruttorio era ancora in corso. «Non si è verificata nessuna violazione del segreto investigativo - si è difeso Pignatone - ma una diffusione di notizie da parte di persone non tenute al segreto».
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