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Stallo sui negoziati, Zelensky avverte: "Bombe a Natale"

Dopo Miami, dubbi russi. Macron apre al dialogo

Stallo sui negoziati, Zelensky avverte: "Bombe a Natale"
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Dalla dichiarazione condivisa da Witkoff, inviato americano, e Umerov, capo negoziatore di Kiev, sono emersi 4 documenti chiave: sviluppo del piano di pace in 20 punti, allineamento delle posizioni su un quadro di garanzia di sicurezza multilaterale, allineamento delle posizioni su garanzie degli Stati Uniti per l'Ucraina (discusse separatamente rispetto al ruolo proposto dai Volenterosi) e sviluppo economico. Resta l'incognita sui passaggi successivi da percorrere, non chiariti nella tre giorni in chiaroscuro a Miami. Ma anche se imperfetto, il piano è pronto, secondo il presidente Zelensky: esercito gialloblù da 800mila soldati, ingresso di Kiev nell'Ue e garanzie di sicurezza dalla Casa Bianca "vincolanti".

Stati Uniti e Ucraina parlano di colloqui "produttivi e costruttivi". Ieri risposta interlocutoria dal Cremlino, che non nasconde una certa delusione: un trilaterale tra Mosca, Washington e Kiev "non è stato discusso seriamente e non è al momento in considerazione", dice il consigliere presidenziale Ushakov, che frena sul tentativo di Trump accelerare. Il viceministro degli Esteri Ryabkov afferma che Mosca ha ancora "seri interrogativi" per Washington, riconoscendo che Trump "ha compiuto passi nella giusta direzione". Prematuro, apparentemente, allargare il formato dei colloqui per far finire la guerra. Si continua su tavoli separati; a cui si è aggiunto un risveglio dell'azione diplomatica di Parigi, unica potenza atomica dell'Ue. Il presidente russo ha espresso disponibilità al dialogo con l'Eliseo ponendo come condizione la "reciproca volontà politica", ha spiegato il portavoce di Putin Peskov dopo che Macron ne aveva parlato al vertice Ue. "Decideremo nei prossimi giorni il modo migliore per procedere - la replica dell'Eliseo - ora che la prospettiva di pace sta diventando più chiara, è di nuovo utile parlare con Putin". Ping pong impensabilie fino a un paio di settimane. "Non possiamo continuare a parlare solo tra noi", sostiene Macron: ma ogni discussione sarà condotta "in totale trasparenza" con Zelensky e Ue.

Nel percorso a ostacoli verso una pace solida, il colloquio Macron-Putin è un'ipotesi delle svariate sui tavoli delle cancellerie. Incroci, carotaggi, che nel fine settimana hanno visto raggiungere Miami pure l'inviato russo Dmitriev. Riferirà a Putin. Zelensky dice di aspettarsi massicci attacchi russi a Natale. Il viceministro degli Esteri russo Ryabkov assicura che Mosca "non ha intenzione di attaccare i Paesi Nato o Ue ed è pronta a formalizzarlo legalmente nel contesto di una potenziale risoluzione dell'attuale crisi". Pochi altri elementi di incoraggiamento, ieri da Mosca, tornata a chiedere garanzie per il suo assetto costituzionale tenendo conto dei nuovi territori. "Progressi lenti, andare avanti nel quadro di Anchorage, gli Usa si stanno muovendo all'interno di tale quadro", aggiunge Ryabkov. Traduce il messaggio il vicepresidente americano Vance: "Penso che i russi vogliano davvero il controllo territoriale sul Donetsk". L'Ue non frena Macron.

Ogni sforzo è benvenuto, dice un portavoce della Commissione. Poche ore dopo che la Svezia aveva fermato una nave russa sanzionata, la Adler, ieri il Consiglio dell'Ue ha deciso per sanzioni a oltranza: altri 6 mesi in attesa di un nuovo pacchetto entro il 24 febbraio.

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