Roma - Per 250mila statali è in arrivo la strenna di Capodanno. In piena campagna elettorale l'Aran, l'agenzia per la contrattazione nel pubblico impiego, ha inviato al ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia, la relazione tecnica sull'indennità di vacanza contrattuale, l'una tantum da riconoscere per il periodo 2016-2018 nel quale il precedente contratto era scaduto. Si va dai 370 euro della fascia retributiva più bassa ai 754 di quella più alta.
A Palazzo Vidoni, sede del ministero, si sta cercando di bruciare le tappe in modo che il bonus possa essere corrisposto nella busta paga di febbraio. Bisognerà, però, attendere i pronunciamenti della Ragioneria generale dello Stato e della Corte dei Conti e con un po' di fortuna si potrebbe chiudere per la fine del mese prossimo.
In questo modo tra indennità di vacanza e decorrenza dei nuovi aumenti contrattuali, che saranno in vigore da marzo, il Pd potrà cercare di mantenere la presa sul proprio elettorato di riferimento. Senza contare che questa elargizione dovrebbe contribuire al miglioramento dei rapporti, finora piuttosto tesi, tra il Nazareno e Cgil, Cisl e Uil. Per i dipendenti delle fasce più alte (che l'anno prossimo dovrebbero contare su un incremento retributivo di 117 euro mensili) si profila un 2018 più ricco di circa 2mila euro. Per la fascia media che beneficerà dello scatto di 85 euro mensili lordi l'aumento sarà di circa 1.434 euro, mentre le fasce basse che, oltre allo scatto di 63 euro beneficeranno di un bonus di 21 euro, l'aumento sarà di poco superiore ai 1.270 euro.
Ovviamente, la manovra di «riavvicinamento» agli statali non può prescindere dalla chiusura dei contratti di tre comparti-chiave in vista delle urne: scuola, sanità ed enti locali. Anche in questo caso l'unico problema è fare in fretta perché la disponibilità finanziaria è fuori discussione in quanto la legge di Bilancio ha stanziato 2 miliardi di euro proprio per questo capitolo. Ciò non toglia che vi siano già le prime lamentele.
Gli aumenti a pioggia «li pagheranno i Comuni, non il governo», ha protestato il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, lamentando che il capoluogo lagunare sarà costretto a un maggiore esborso di 4,5 milioni di euro senza che si rispettino «principi di meritocrazia».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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