Roma - Tempestivo nell'incassare decisamente più rilassato quando deve pagare. Lo Stato è inadempiente nei confronti dei propri fornitori: salda i debiti in ritardo o addirittura non paga proprio.
Gli ultimi dati forniti dalla Banca d'Italia nella Relazione annuale 2017 ancora da confermare registrerebbero una diminuzione dello stock di debiti commerciali della Pubblica Amministrazione da 64 a 57 miliardi di euro. Dunque in attesa che il ministero dell'Economia definisca con esattezza il debito è possibile stimare che le imprese fornitrici vantino circa 30 miliardi di crediti dalla Pa. Un calcolo fornito dalla Cgia che registra una negativa inversione di tendenza nei pagamenti ai fornitori da parte della PA. Dopo cinque anni di progressiva diminuzione infatti a partire da gennaio scorso sono di nuovo aumentati i tempi medi di pagamento dell'amministrazione pubblica.
«Se nel 2017 il compenso veniva corrisposto dopo 95 giorni dall'emissione della fattura, contro i 30 stabiliti dalla normativa europea, nell'anno in corso la media è salita a 104 giorni. scrive la Cgia- Nessun' altra amministrazione nella Ue salda i debiti commerciali con tempi così lunghi». Nel 2018 contro una media europea di 41 giorni l'Italia è a 104, un gap di 63 giorni.
In alcuni casi, ad esempio per le forniture sanitarie, la Ue ammette fino a 60 giorni di attesa. Ma comunque l'Italia, dice Paolo Zabeo, coordinatore dell'Ufficio studi Cgia «è maglia nera in Ue». A nulla sono serviti i richiami dei partner europei. Nel dicembre scorso la Commissione Ue ha deferito l'Italia alla Corte di Giustizia dell'Unione proprio per il mancato rispetto delle disposizioni europee contro i ritardi di pagamento.
La Cgia ricorda che dall'inizio del 2015 è in vigore il cosiddetto split payment, che obbliga le amministrazioni centrali dello Stato a trattenere l'Iva delle fatture ricevute per versarle direttamente all'erario al fine di contrastare all'origine l'evasione fiscale, evitando che le aziende fornitrici non la versino al fisco. Meccanismo che però causa problemi finanziari proprio a chi non ha mai evaso il fisco, denuncia la Cgia.
«La nostra amministrazione pubblica non solo paga con un ritardo inaudito ma quando lo fa non versa più l'Iva al proprio fornitore.
- attacca il segretario della Cgia Renato Mason - Pertanto, le imprese che lavorano per lo Stato, oltre a subire tempi di pagamento spesso irragionevoli, scontano anche il mancato incasso dell'Iva che consentiva di disporre di maggiore liquidità».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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