Coronavirus

Steve, l'"untore" che ha infettato 11 persone. "Non sono mai stato in Cina, ora sono guarito"

L'inglese era stato a Singapore per lavoro, poi il contagio in ferie in Alta Savoia

Steve, l'"untore" che ha infettato 11 persone. "Non sono mai stato in Cina, ora sono guarito"

È una sorta di untore inconsapevole. O almeno lo era fino a quando non ha scoperto lui stesso la verità. È completamente guarito il paziente inglese che ha contagiato con il coronavirus almeno 11 persone, di cui quattro concittadini che erano nel suo hotel, cinque francesi e una persona di Maiorca. Tutti sono stati con lui in vacanza in Francia sulle Alpi. Ma rimane ricoverato «per precauzione» all'ospedale St. Thomas di Londra, dove è stato trasferito giovedì scorso. Si chiama Steve Walsh, ha 53 anni, e ieri ha firmato una dichiarazione in cui spiega che, al suo ritorno da Singapore, dove si trovava per lavoro, e poi dalle Alpi in Francia dove era in vacanza, con un volo da Ginevra, si è presentato in un primo ospedale, dove è rimasto in isolamento, pur non avendo i sintomi, e poi è stato dimesso. «Mi è stato chiesto di rimanere a casa in isolamento volontario. Quando la diagnosi è stata confermata sono tornato in ospedale, in un reparto di isolamento, dove rimango per precauzione». L'analista specializzato in energia era stato a Singapore fra il 20 e il 22 gennaio, dove avrebbe contratto il virus. «Io sono completamente guarito ma i miei pensieri vanno a chi si è ammalato. Appena ho scoperto di essere entrato in contatto con un caso conclamato di coronavirus ho contattato il mio medico di base, il National Health Service, e il dipartimento di sanità pubblica inglese», ha scritto, precisando che i suoi familiari rimangono ricoverati per precauzione.

Walsh è considerato il perfetto «super spreader» (un super untore), paziente cioè in grado di contagiare numerose altre persone e simbolo anche della facilità con la quale il coronavirus può diffondersi in un'epoca in cui gli spostamenti sono comuni e facili. Non è un caso che molte grandi aziende internazionali abbiano deciso di annullare la loro partecipazione a eventi importanti, per evitare di mettere a rischio i propri dipendenti, oltre che aver cominciato a chiudere molti loro punti vendita in Cina.

Walsh ha ringraziato il servizio sanitario britannico «per l'aiuto e le cure», aggiungendo: «Mentre io sono totalmente guarito, i miei pensieri sono per le altre persone che hanno contratto il virus». Ha anche raccontato di essersi rivolto alle autorità sanitarie non appena ha realizzato di essere stato a contatto con una persona infetta. L'uomo avrebbe contratto l'infezione dopo un viaggio d'affari a Singapore a gennaio; in seguito è andato in un resort sciistico nelle Alpi francesi, contagiando altre persone prima della diagnosi e del ricovero.

Secondo il direttore generale dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, il modo in cui il contagio è stato diffuso dall'uomo d'affari britannico che non ha mai messo piede in Cina è molto allarmante: «Questa potrebbe essere la scintilla che crea un incendio ancora più grande. Il nostro obiettivo è il contenimento.

Rinnoviamo l'invito a tutti i Paesi perché evitino il diffondersi dell'epidemia».

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