S i, è stato sospeso, ma sulla porta del suo ufficio ha appeso un cartello, alla maniera dei negozianti, che vanno via per la pausa pranzo: «Torno subito». Luigi de Magistris è uscito di scena da sindaco di Napoli, ma non per molto. Lui stesso, da giorni, ne spiega i motivi, e lo ha fatto anche ieri prima di lasciare Palazzo San Giacomo: «Sono fiducioso nei ricorsi che i miei legali presenteranno. Anche perché il processo di appello si terrà in tempi brevi, per via della imminente prescrizione. Sarò assolto nel merito». È solo ottimismo oppure le previsioni di Giggino si riveleranno esatte? Intanto, da sindaco sospeso, oggi parteciperà all'inaugurazione di una fiera con un assessore. E nessuno potrà impedirgli di farlo.
Condannato ad un anno e tre mesi per abuso d'ufficio (pena sospesa) per la sentenza «Why not», in base alla legge Severino, Giggino è stato sospeso dalla carica di primo cittadino, per un periodo massimo di 18 mesi. Gli subentra automaticamente, in qualità di sindacoreggente, il suo vice, Tommaso Sodano. Il presidente del Consiglio comunale, Raimondo Pasquino, ieri mattina alle 10, ha consegnato all'ex pm il provvedimento firmato dal prefetto, Francesco Musolino. Poi l'ultima conferenza stampa già da ex, in sala giunta e le ultime bordate contro tutto e tutti (cose tipo «l'Italia è una democrazia malata», come fatto negli ultimi giorni). «Si, sono stato sospeso ma, farò il sindaco di strada. Non mi dimetto ma tornerò presto e a maggio del 2016 mi ricandiderò. Se prima lavoravo 18 ore al giorno, ora lavorerò anche di notte». Strano: prima di essere eletto aveva giurato che sarebbe stato tra la gente; ma una volta sindaco non si è fatto più vedere.
È singolare che quella che a maggio del 2011 era stata presentata come l'amministrazione della legalità sia diventata, nell'ultimo anno, la giunta dei condannati (in primo grado). Oltre a Giggino, infatti, è un condannato, anche il suo successore, Tommaso Sodano, un anno di reclusione (pena sospesa) per degli incidenti avvenuti nel 2007 al consiglio comunale di Pomigliano d'Arco (Napoli). La legge Severino però, non prevede che il reato di lesioni, contestato al sindacoreggente, comporti la sospensione. Nei tre anni e quattro mesi che ha governato, de Magistris è stato criticato ed è stato bersaglio di proteste per lo stato di abbandono in cui versa la città e, per i tanti problemi irrisolti ereditati dai suoi predecessori, Antonio Bassolino e Rosetta Iervolino. Tra i più gravi, l'emergenza viabilità. Fu bombardato dalla ilarità dei napoletani (via web in particolare) quando, al penultimo giro d'Italia (tappa a Napoli) ordinò il rifacimento del manto stradale in via Petrarca ma solo per quella parte di carreggiata dove sarebbero transitati i ciclisti. Dalle riprese via elicottero si notava la differenza tra le due carreggiate: una ancora calda di asfalto, l'altra piena di buche.
Giggino non ha spiegato come farà, da sindaco di strada e quindi senza poteri, a risolvere i problemi della città, che da sindaco con pieni poteri non è stato in grado di aggiustare nemmeno in parte. E, come farà, altro esempio, a rendere sicuri gli edifici, dai quali continuano a staccarsi pezzi di cornicioni, mettendo a rischio la vita dei passanti, vedi il caso di Salvatore Giordano, ucciso a 14 anni da un pezzo di cornicione scollatosi dalla storica Galleria Umberto.
A Napoli, anche gli alberi sono a rischio. E uccidono, come i cornicioni. Lo ha scoperto la povera Cristina Alongi, uccisa da un albero che si schiantò sulla sua auto mentre stava transitando nella esclusiva e bella via Aniello Falcone.
Riuscirà il sindaco di strada a riparare la pista ciclabile, inaugurata in pompa magna ma ritenuta poco sicura dai
suoi ex colleghi della Procura, che recentemente ha chiesto il rinvio a giudizio di tre funzionari del Comune e un imprenditore? Dai Giggino, dimostra a tutti che fai più miracoli di san Gennaro.carminespadafora@gmail.com
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