Chissà se alla fine il ministro Speranza deciderà di fare uno sconto-studenti ed eliminerà l'obbligo delle mascherine in classe nell'ultimo scampolo di anno scolastico dove si respira letteralmente aria bollente.
Le pressioni sono tante. Autorevoli e trasversali. A cominciare dal leader della Lega Matteo Salvini che si è tuffato nella mischia del dibattito chiedendo di cambiare la regola «assurda e inutilmente punitiva» per milioni di giovani costretti a indossare per cinque o sei ore la mascherina con oltre 30 gradi in classe. Anche il sottosegretario all'Istruzione Rossano Sasso supporta la richiesta di un buono sconto. «Tante famiglie ci sollecitano ad adottare una misura di buon senso per l'ultima parte dell'anno scolastico - afferma Sasso -. Come Lega lo stiamo chiedendo da diverse settimane, in considerazione sia del miglioramento dei dati epidemiologici sia della brusca impennata delle temperature, che rende davvero difficile seguire le lezioni: oggi, in diversi centri, siamo abbondantemente oltre i 30 gradi. Si potrebbe lasciare l'obbligo di indossare la mascherina solo quando ci si alza dal banco o si circola nei corridoi. Ci appelliamo alle autorità sanitarie affinché i protocolli siano rivisti al più presto».
E una mezza risposta del ministro della Salute ai due esponenti politici è stata già lanciata, che non sembra una chiusura. «Non sono mai state scelte politiche dice Speranza-sono valutazioni che deve fare la nostra comunità scientifica». E allora sentiamo la voce degli esperti. Per l'epidemiologo Pieri Luigi Lopalco e il virologo Fabrizio Pregliasco, la mascherina a scuola resta ancora uno strumento utile nonostante il caldo. Per Filippo Anelli (Fnomceo) invece «con le finestre aperte per un buon ricircolo d'aria e il distanziamento si possono eliminare». Valutazione condivisa anche dall'infettivologo Massimo Galli. Per Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia dell'ospedale Sacco di Milano invece, le mascherine a scuola «vanno tolte immediatamente perché, con queste temperature, stanno producendo delle reazioni cutanee, da riacutizzazioni di acne a eruzioni varie spiega -. E rischiano di diventare incubatori per batteri e virus che respiriamo». Meno allarmista è Claudio Mastroianni, presidente della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit). «Anche l'anno scorso in questi stessi giorni avevamo il caldo e si portavano le mascherine a scuola. Mi sembra questo - evidenzia - un dibattito solo politico e non scientifico. È il calo o meno dei contagi e non le temperature a stabilire se le misure si possono cambiare. Il virus circola ancora molto».
Una constatazione in realtà smentita parzialmente dai numeri. Ieri i casi sono stati 13.668 (numeri visti a dicembre prima della quarta ondata) e tutto questo nonostante abolizione di qualsiasi limitazione. È vero che i morti sono stati 102, ma sono persone fragili e con pluripatologie.
In generale ormai Omicron non causa molti danni, se non malesseri diffusi (tra i vaccinati). Ma il Covid è ancora tra noi: in tutta Italia ci sono 353 persone sono in terapia intensiva, c'è un lieve aumento dei ricoveri e gli attualmente positivi rimangono poco sotto il milione.
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