Storace con Fdi "Il Carroccio? Non sventola il Tricolore"

Storace con Fdi "Il Carroccio? Non sventola il Tricolore"

La nuova vita di Francesco Storace riparte da una parola: «militante». E da un entusiasmo ritrovato per l'avventura politica al fianco di Giorgia Meloni.

Perché nei comunicati si firma «militante»?

«È quello che sono, ma soprattutto per rimarcare che l'operazione di fusione Destra-Fratelli d'Italia non è una spartizione di poltrone».

Altri hanno preferito andare con la Lega. Non è una casa più comoda per chi è di destra?

«Ho fatto tante battaglie con la Lega, tante manifestazioni di piazza. Però non vedevo mai sventolare il Tricolore. Non voglio stare in piazze dove il Tricolore è un ospite».

Qual è lo scopo di una destra di nuovo compatta?

«Banalmente ricordarsi che il nemico è a sinistra».

Visti i numeri del Pd o di Leu, la sinistra non sembra temibile.

«Fino a l'altro ieri non si potevano guardare i tg Rai, e ancor oggi è tutto un andare a inginocchiarsi davanti ai vari Mimmo Lucano e Roberto Saviano. La destra deve prima di tutto riprendere una battaglia di politica culturale».

Insomma c'è ancora un'egemonia culturale di sinistra?

«C'è nella misura in cui non mi si permette di scendere in piazza e rivendicare con orgoglio le mie origini e la mia identità».

Ora però c'è da pensare all'Europa non solo come nemico ma anche come scadenza elettorale.

«Siamo ottimisti da questo punto di vista. Resto invece scettico sul ruolo della Ue. Nostro compito, di noi di destra, è appunto riportare di attualità il tema dell'indipendenza. Non ci sta bene che una moneta comunitaria decida delle politiche nazionali».

Non crede sia

difficile, però, prescindere da una politica globale?

«Affatto. D'altronde ci sono aspetti come il global compact che rischiano di essere degli autentici boomerang per noi, sotto il profilo dell'immigrazione clandestina».

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