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La storia surreale del decreto liquidità che non c’è

È stato dato in pasto ai giornalisti in conferenza stampa. Ma, ad oggi, ancora non c’è un testo definitivo di questo decreto. Boccia: "Non dobbiamo correre"

La storia surreale del decreto liquidità che non c’è

È la storia surreale di un decreto fantasma: il decreto liquidità. È stato presentato ufficialmente dal premier, Giuseppe Conte. È stato dato in pasto ai giornalisti in conferenza stampa. Ma, ad oggi, ancora non c’è un formato definitivo. Insomma, il duo Conte-Casalino ha cercato di ottenere la massima visibilità nel Paese senza però che esistesse ancora un testo definitivo. Nemmeno al Quirinale sarebbe arrivato. Se si stesse giocando a poker, i due avrebbero messo in scena un vero e proprio bluff di fronte agli italiani.

"È sempre la solita storia: un decreto legge viene presentato in orario da tg per ottenere la massima visibilità senza però che esista ancora un testo definitivo del medesimo", spiegano ad Affari Italiani fonti di maggioranza. Un modo per ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo: visibilità massima e zero contestazioni dato che media e avversari politici non hanno nulla di concreto in mano da poter contestare.

Per tutta la giornata di ieri sono continuate le limature e le modifiche, alla faccia del "pacchetto" dato in pasto ai giornalisti in conferenza stampa. Insomma, l’altra sera è stata presentata solamente una bozza non si sa quanto definitiva. Ma c’è di più: il decreto liquidità non è ancora arrivato nemmeno sulla scrivania del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per la firma. Con buona pace della miriade di annunci fatti, delle promesse a fare in fretta e della presentazione in pompa magna. Per molti il motivo del ritardo riguarda il braccio di ferro con Bruxelles: Conte starebbe aspettando di capire come si chiuderà la trattativa in corso con l’Europa.

Sulla questione è intervenuto anche il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, che ospite di Circo Massimo, su Radio Capital ha fatto sapere: "Non dobbiamo correre, dobbiamo fare un decreto della ripartenza, dello sviluppo, della crescita, dobbiamo farlo quando il quadro è chiaro, si farà ad aprile ma non diamo una data". "Il decreto aprile non c’è, questa è un’altra delle cose poco serie, nel senso che si presenta un decreto quando lo si ha, non prima", ha tuonato Carlo Calenda, leader di Azione, ospite del programma L’imprenditore e gli altri su Radio Cusano Tv Italia.

"Il Cura Italia – ha continuato - era sbagliato perché era troppo piccolo e perché c’erano delle cose che non avrebbero funzionato praticamente, penso alla cassa integrazione. Quel tipo di cassa integrazione è molto complicato da erogare. Poi le partite Iva venivano trattate in maniera diversa dai lavoratori dipendenti". Per Calenda quello che ha presentato Conte è un passo in avanti importante. Sono garanzie più potenti.

"Sarà altrettanto importante vedere come i provvedimenti atterrano nella vita della gente, come saranno implementati, come funzioneranno nel concreto".

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