La strage un anno dopo: le foto verità su Nizza

Il settimanale francese Paris Match pubblica un servizio sull'attentato del 14 luglio 2016. La Procura di Parigi chiede che il periodico sia ritirato dalle edicole. Ma i giudici si oppongono

La strage un anno dopo: le foto verità su Nizza

A un anno dalla strage di Nizza sulla Promenade des Anglais rivendicata dall'Isis, la Francia torna a dividersi sul terrore di matrice islamica. Tra paura di mostrarlo con immagini inedite, e invocazioni al rispetto delle famiglie delle vittime, mercoledì sera la procura di Parigi ha infatti citato in giudizio il settimanale francese Paris Match cercando di ottenere il ritiro dalle edicole del numero che da ieri mostra le foto ottenute dai sistemi di videosorveglianza del comune.

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Materiale inedito relativo agli effetti dell'attacco del 14 luglio 2016 in cui Mohamed Lahouaiej investì una folla inerme con un camion uccidendo 86 persone tra cui sei italiani, in cui si vede chiaramente il camion in azione nella zona pedonale e il caos seguito all'attacco. Le foto mostrano il viale più importante di Nizza devastato alle 22.34 del 14 luglio. Una immortala il terrorista neutralizzato a bordo del camion. Poi la lontana panoramica video del poliziotto ucciso mentre tentava di fermare l'attacco.

Oltre al tentativo di ritirare il settimanale che invece resterà in edicola, hanno stabilito ieri i giudici del tribunale civile, respingendo l'istanza la procura ha aperto un'inchiesta per violazione del segreto istruttorio, visto che sui fatti di Nizza l'indagine è tuttora in corso. L'azione per direttissima voluta dal procuratore François Molins è fallita dopo una giornata di polemiche. Paris Match resta in edicola con quello che considera «un omaggio» e con la direzione che rivendica la «libertà di informare» i concittadini su quanto accadde e sugli effetti dell'azione terroristica.

A poco è servita la procedura d'urgenza voluta dalla procura. Le foto avevano già fatto il giro della rete ieri mattina e la vigilia della commemorazione si è immediatamente trasformata in polemica su come la stampa debba trattare il terrorismo e i suoi effetti. Alla fine, il tribunale civile ha stabilito il divieto di «nuova pubblicazione» per due sole foto in cui sono di fatto individuabili alcune persone, bocciando il ritiro del settimanale: «Misura inefficiente».

Le foto mostrano gli effetti dell'attacco, non accanimento sul dolore. Il sindacato nazionale dei giornalisti francesi (Snj) sostiene «l'indiscutibile carattere informativo di queste, e la loro pubblicazione come prova dell'orrore di un atto barbarico perpetrato contro una popolazione civile». Testimonianze e ricordi di alcuni sopravvissuti.

Che qualcosa sia andato storto, in quella maledetta giornata, è quasi assodato. Sul piano della sicurezza, per esempio. O dei controlli. L'avvocato di Paris Match accusa infatti il procuratore Molins che la Francia ha imparato a conoscere nelle sue conferenze stampa da protagonista tv di aver agito di sua iniziativa e non dietro a richiesta delle famiglie delle vittime: «C'è una ragione politica dietro questo processo», il j'accuse di Marie-Christine De Persin.

Mentre le famiglie parlano di «voyeurismo da strapazzo», Paris Match rivendica la «libertà di informare» i concittadini su quanto accadde l'anno scorso. La legge sulla stampa del 1881 tutela da violazioni della dignità umana, e Isabelle Béal, giurista ed esperta di Diritto dell'Informazione, spiega che «le foto in questione sono crude, ma le persone coinvolte non sono affatto identificabili». Su questo punto i giuristi restano divisi. C'è chi dice che in alcune si vedono chiaramente silhouette e tagli di capelli, copricapi e abiti che evocano i soggetti coinvolti. Alla fine ha vinto la seconda tesi.

Contro la pubblicazione delle foto si era subito schierato il sindaco di Nizza, Christian Estrosi: «Foto abbiette». Parte delle edicole della città delle palme ieri mattina hanno affisso locandine artigianali inneggianti al boicottaggio di Paris Match. Fogli A4 e pennarelli ed ecco comparire frasi come «La tristezza di una città e delle sue vittime non sono in vendita», «Niente Paris Match questa settimana», «Grazie della comprensione». Peccato che siano in molti, invece, a voler comprendere cosa sia andato storto quella giornata di un anno fa, in cui un camion ebbe libero accesso in una zona pedonale: per prima, su Twitter, è stata guarda caso la polizia a chiedere di non diffondere le immagini.

Ma a un anno di distanza da quella strage, pur nel ricordo rispettoso, nel minuto di silenzio che ci sarà durante la cerimonia di commemorazione, in tanti vorrebbero vedere, capire la ferocia del terrore senza ritrarre gli occhi dai suoi effetti. Senza far finta che non sia mai successo.

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