Le strane intese M5s-Lega con un premier «fantasma»

Di Maio e Salvini oggi riferiscono al Quirinale. Ipotesi staffetta (inizia Luigi). Spuntano Tremonti e Maroni

«I l nome ce l'hanno già ma è riservatissimo, lo diranno domani al capo dello Stato». Per tutto il giorno si rincorrono le indiscrezioni, anche tra i fedelissimi, su chi sarà il fantomatico premier proposto da Salvini e Di Maio a Mattarella. Nella telefonata fatta in serata dal leader grillino al segretario della presidenza della Repubblica, M5s e Lega annunciano di essere «pronti a riferire su tutto» e ad annunciare oggi al capo dello Stato il raggiunto accordo di governo verde-giallo, ma il nome non viene anticipato. L'identikit però è cambiato rispetto ai giorni precedenti, non più un tecnico, un professore magari bocconiano come Guido Tabellini («non c'è alcun interesse reciproco» la sua smentita), ma un premier di «alto profilo politico». «Sempre politico mai tecnico» scandisce Di Maio uscendo dal summit riservato di un'ora nello studio da commercialista di Stefano Buffagni, parlamentare del M5s, con Salvini e i loro due rispettivi consiglieri di fiducia Giancarlo Giorgetti e Vincenzo Spadafora, per sbrogliare il nodo premier. Un profilo politico dunque, ma chi? L'ipotesi che si rafforza è quella di una staffetta dei due leader a Palazzo Chigi, con la precedenza a Di Maio che farebbe il premier per primo come contraente maggioritario del patto a due. Ma si fanno strada anche altre suggestioni, come quelle di Giulio Tremonti, ex ministro molto vicino alla Lega ed eurocritico, come pure Roberto Maroni. Sembra invece scesa la quotazione di Giorgetti come premier, perché il suo nome avrebbe comportato un riassetto complessivo della squadra (Di Maio e Salvini non potrebbero fare i suoi vice, come ministri).

Sembra quindi archiviata la rosa di nomi tecnici che girava ancora ieri. Tra loro Michele Geraci, professore di economia a Shanghai, teorico della compatibilità tra flat tax e reddito di cittadinanza e critico sull'integrazione monetaria europea, nome proposto da Salvini. Geraci è stato ospite di alcune iniziative della Lega e della scuola di formazione politica organizzata da Armando Siri, l'esperto fiscale del leader leghista presente al tavolo delle trattative e papabile anche per un posto da ministro. Sul nome però si sarebbe registrata la freddezza dei grillini («uno sconosciuto professore» il commento). Gli altri nomi tirati in ballo sono la segretaria generale della Farnesina Elisabetta Belloni, benvista dal Colle, e poi il professore-consulente del programma M5s, Giacinto della Cananea ordinario di diritto amministrativo a Tor Vergata, considerato però non sufficientemente «terzo» dai leghisti.

La pratica, comunque, passa oggi a Mattarella, che ha già avvertito - citando Einaudi - che non farà solo il «notaio». Il capo dello Stato valuterà come procedere, se dar vita tra oggi e domani ad un nuovo rapido giro di consultazioni con i partiti oppure se incontrare solo le delegazioni di M5s e Lega. Colloqui che verteranno sul nome proposto come presidente del consiglio, sulla composizione della squadra, e sul programma messo a punto nel week dalle due delegazioni M5s-Lega.

Nel pomeriggio era filtrato dal Quirinale un palpabile nervosismo per il ritardo, visto che Di Maio e Salvini avevano assicurato di fornire una risposta entro domenica. Di Maio sperava di chiudere la partita ieri e sedersi sulla poltrona del programma di Fazio per annunciare l'habemus governum in diretta tv, ma ha dovuto annullare la partecipazione in Rai.

«Ovviamente si sta scrivendo la storia e ci vuole un po' di tempo» spiegato appena uscito dalla riunione al Pirellone. «C'è un ottimo clima al tavolo, si stanno affrontando temi importantissimi». Meno rosei i commenti invece che si raccolgono tra i leghisti sul primo impatto con i nuovi «quasi» alleati di governo.

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