RomaBerlusconi cerca la sponda di Alfano: un po' per ricostruire il centrodestra in vista delle prossime elezioni amministrative; un po' per smarcare Forza Italia da posizioni troppo appiattite sulla Lega che rischia di cannibalizzare gli azzurri. Il ragionamento di Berlusconi è il seguente: Salvini è bravissimo in tv e parla alla pancia del Paese; ma noi siamo diversi, siamo più moderati e non possiamo dire le stesse cose che dice il Carroccio; e poi la gente sceglierebbe l'originale. Non solo: Forza Italia è con convinzione nel Ppe mentre la Lega va a braccetto con la Le Pen. Il fidanzamento con il Carroccio, quindi, se sarà sarà soltanto fidanzamento e non matrimonio. Un messaggio da inviare anche a Renzi, specie nei giorni in cui Fi è sulla linea aventiniana. Opposizione dura e pura, certo, ma sempre «responsabile». E la responsabilità degli azzurri passa anche attraverso un messaggio chiaro sulla politica estera: dagli azzurri non ci sarà opposizione ideologica e preconcetta come fa invece Salvini. Ergo, l'ex premier cerca di posizionarsi su una linea mediana: equidistante dall'Ncd, stampella del governo; e dal Carroccio, oppositore senza se e senza ma. La realtà è che tra Berlusconi e Renzi ci sono prove di disgelo. C'è la voglia di cercarsi e di ritrovare un patto, ma le condizioni non possono essere quelle del «metodo Quirinale». Ci vuole altro e tanto lavoro.
Sulle Regionali il Cavaliere non vuole puntare tutto su uno a scapito dell'altro; cerca di fare da cerniera tra i due naturali alleati e vorrebbe mettere allo stesso tavolo Alfano e Salvini sebbene l'impresa sia estremamente ardua: questi ultimi continuano a guardarsi in cagnesco e pongono reciproci veti uno all'altro. Assente da Roma, Berlusconi ha però dato mandato ai suoi uomini di trattare il risiko regionali. Giovanni Toti, Paolo Romani, Renato Brunetta, Niccolò Ghedini, Altero Matteoli, Mariarosaria Rossi e Deborah Bergamini ieri pomeriggio hanno affrontato il nodo regionali assieme ai big di Area popolare (Nunzia De Girolamo, Gaetano Quagliariello, Lorenzo Cesa, Renato Schifani). I nodi sono noti: la Lega vede come fumo negli occhi l'Ncd e alza la posta in ogni dove, pronta a correre pure da sola. Presenta i suoi in Veneto (Luca Zaia), Liguria (Edoardo Rixi), Toscana (Claudio Borghi). Eccezione in Umbria dove il candidato ex sindaco di Assisi Claudio Ricci mette tutti d'accordo: Carroccio, Ncd e liste civiche. Non è dato sapere cosa voglia fare il Carroccio in Puglia e in Campania dove Forza Italia lancia Francesco Schittulli e Stefano Caldoro.
L'incontro azzurri-centristi è andato bene anche se la quadra non s'è ancora trovata posto che la nota finale annuncia che «è stata apprezzata la possibilità di un accordo politico complessivo che veda, nelle prossime elezioni regionali, le due forze politiche presentarsi nella stessa coalizione, innanzitutto in Campania e Veneto, con propri candidati presidenti». E ancora: «In Veneto il candidato dovrà essere individuato all'interno di una rosa mentre in Campania, sarà ovviamente, il presidente uscente». Ossia Caldoro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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