Tradizionale lunedì in famiglia per Silvio Berlusconi, infastidito dai retroscena dei giornali che raccontano di scintille tra Francesca Pascale e Mariarosaria Rossi. Non vuole sentir parlare di cerchi magici e beghe intestine e commenta le indiscrezioni con un'alzata di spalle. Nel partito qualche fibrillazione c'è e si mormora che nei prossimi giorni potrebbero ufficializzarsi i primi addii, tutti legati alla truppa che fa capo a Verdini. Il quale resta guardingo e non consumerà lo strappo con la formazione di nuovi gruppi parlamentari. Anche perché i numeri non ci sono: occorrono venti deputati e dieci senatori e, compulsando il pallottoliere, l'ex coordinatore del Pdl non arriva a tanto. Tuttavia in Parlamento non sono pochi gli azzurri che fremono per correre in aiuto a Renzi sulla riforma costituzionale, magari dal gruppo misto. Il Cavaliere non fa drammi anche se non muta il giudizio su Renzi: è un bluff. L'ultima sparata sulle tasse viene valutata come il solito annuncio che non avrà seguito. «Sulla rivoluzione fiscale, che pure è necessaria, il premier non è credibile» è il pensiero del Cavaliere che lascia a Brunetta il compito di colpire duro: «Quando un leader come Renzi è in caduta libera nei consensi - scrive il capogruppo azzurro alla Camera - non gli rimane che una mossa disperata. Il ricorso ai fuochi d'artificio, nella speranza di risalire la china. Il preannuncio di un taglio delle tasse per 45-50 miliardi in tre anni è la mossa scontata di questa nuova iperbole».
Le aspre critiche al premier non sono condivise da tutto il gruppo parlamentare e anche per serrare le fila dei suoi il Cavaliere oggi arriverà a Roma per incontrare in due cene prima i deputati (questa sera) e poi i senatori (domani). Darà la linea e cercherà anche di rassicurare tutti i parlamentari, preoccupati del progetto «Altra Italia». Nessuna rottamazione in corso; nessuna tabula rasa dei vecchi forzisti. Ai parlamentari dirà che nessuno verrà abbandonato ma che tutti dovranno fare un bagno di umiltà e soprattutto di realismo: «Resto il presidente del partito e non mollerò nessuno di voi - dirà nel faccia a faccia - Ma il partito deve essere rilanciato. E nessuno può ignorare il fatto che troppi moderati sono schifati, seppure a torto, dalla politica. Ergo, porte aperte a gente nuova, alla società civile, agli imprenditori e ai tanti cittadini stufi del politica politicante». Insomma, nessun conflitto tra Forza Italia e il progetto «Altra Italia» ma una sinergia per riconquistare l'Italia moderata che resta maggioranza nel Paese.
Progetto ambizioso, questo, a cui alcuni parlamentari azzurri lavorano senza sosta. Come Antonio Tajani, che ieri a Roma ha radunato, in vista del congresso del Ppe, deputati, senatori, europarlamentari e sindaci. Tema: l'Europa e l'Italia che vogliamo. I messaggi sono chiari: tenere Forza Italia ben ancorata al Ppe ma fare in modo che abbia fine la scellerata politica dell'austerity. E ora si tratta di sfidare la Germania sugli eurobond e i project bond. Ma si parla anche di come utilizzare i fondi europei e gestire al meglio la cosa pubblica a partire dai piccoli comuni. Sfilano i big azzurri: Gelmini, Bernini, Gasparri, Gardini, Mussolini, Cicu, Baldelli. Ma anche i sindaci di Assisi, Ricci; quello di Pietrasanta, Mallegni, e di Ascoli, Castelli.
Ma nell'agenda dell'ex premier non ci sono soltanto i temi di politica interna, anzi.
Un'attenzione particolare il Cavaliere la riserva alla politica internazionale. Tanto che restano frequenti i contatti telefonici con Putin. I temi sono noti: la lotta all'integralismo islamico, i rapporti tra Cremlino e Occidente e non da ultimo la battaglia per eliminare le sanzioni a Mosca.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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