La strategia di Berlusconi: candidati vip anche all'estero

Pensa a Cutugno e Al Bano nelle circoscrizioni straniere dove si eleggono 18 parlamentari. Gli auguri sui social

La strategia di Berlusconi: candidati vip anche all'estero

«Auguro a ognuno di voi uno splendido 2018 nel quale possiate realizzare i progetti e i sogni più belli che portate nella mente e nel cuore». Silvio Berlusconi si affida ai social network e a un video per esprimere i suoi auguri per il Capodanno. Un ingresso nel 2018 in cui la concentrazione è sempre indirizzata verso la campagna elettorale. Il presidente di Forza Italia ha indicato in maniera chiara quali saranno i tre pilastri del suo programma: lotta alla povertà, controllo dell'immigrazione, abbattimento delle tasse. E ieri in un'intervista al Corriere dell'Umbria si è concesso in un paragone tra il momento attuale del Paese e quello di 24 anni fa, quando scese in campo.

L'Italia secondo il Cavaliere, è peggiorata per colpa dell'euro, e migliorata grazie all'alta velocità. «Alcuni cambiamenti sono stati in peggio, come l'introduzione dell'euro con quelle modalità e a quei valori improvvidamente accettati da Prodi, che ha dimezzato i redditi e i risparmi degli italiani, altre in meglio, come ad esempio l'alta velocità ferroviaria, che ha reso il Paese più competitivo. Direi però che i grandi nodi rimangono da sciogliere, e gli italiani oggi sono più scettici e più delusi, dopo quattro governi della sinistra che non sono stati scelti dai cittadini. D'altronde come potrebbero non essere scettiche e deluse, per esempio, le popolazioni dell'Italia centrale colpite dal terremoto, che - a differenza di quanto avvenne nel 2009 all'Aquila quando governavamo noi - oggi a due anni dal terremoto non riescono ancora ad avere un tetto sicuro e non vedono ripartire la ricostruzione?».

Berlusconi, al quotidiano ora diretto da Franco Bechis, dà le sue pagelle ad alcuni leader mondiali. «Non credo che in Italia si possa importare un modello straniero, tantomeno quello di Trump, perché la realtà americana è totalmente diversa dalla nostra. Non posso però negare alcune scelte coraggiose del presidente Usa, come la riforma fiscale, un modello che noi dovremmo seguire e imitare, invece di criticarlo e protestare come ha fatto, con un certo provincialismo, il governo italiano. Sui nostri partner europei non sta a me dare giudizi. Macron è brillante e preparato, ma la sua è una sinistra che ha distrutto la sinistra storica. Forse è un bene ma non è il nostro modello. Con la signora Merkel condividiamo i valori di fondo, ma non è neppure lei un modello, perché l'Italia ha altre specificità. Tuttavia non c'è dubbio che abbia rappresentato in questo decennio difficile un baluardo di stabilità e di responsabilità in Europa. Naturalmente ha tutelato gli interessi del suo paese, ma questa non è una colpa». In ogni caso «i nostri governi non hanno saputo tutelare gli interessi dell'Italia. Dovremo chiedere di ripensare radicalmente il modello di integrazione europea, passando dall'Europa dei burocrati all'Europa dei popoli».

Al netto della comunicazione che il Cavaliere ha riaperto con il suo elettorato, ora bisogna stringere i bulloni dell'alleanza. Nel centrodestra tutti sono consapevoli di poter contare su sondaggi decisamente incoraggianti. E c'è un'altra risorsa a cui attingere: la «fusione» di Noi con l'Italia e Udc, con la creazione di un soggetto capace di superare la soglia del 3% e rappresentare un valore aggiunto.

Ma sotto traccia si inizia anche a ragionare sulla possibilità di schierare nomi molto conosciuti - come Al Bano e Toto Cutugno - nei collegi esteri dove si eleggono 18 parlamentari. Una pattuglia che nella corsa alla maggioranza assoluta potrebbe rivelarsi decisiva.

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