
Milano Nessun incontro sulla legge elettorale nell'agenda di Matteo Salvini né con Berlusconi né con Renzi, perché la linea del segretario federale è «a noi va bene qualsiasi legge purché si vada a votare i primi di settembre», quindi «votiamo anche questo tedesco, proporzionale, soglia di sbarramento, liste bloccate, fate quello che volete ma fate in fretta». Il tema appassiona Salvini «come un film bulgaro, muto, in bianco e nero, degli anni Trenta», ma il Carroccio ha comunque una sua preferenza sul modello da adottare, e cioè il Mattarellum. L'uomo che se ne occupa nella prima commissione della Camera è Giancarlo Giorgetti, che già nei giorni scorsi aveva promosso la proposta Pd di un sistema misto proporzionale e maggioritario che si avvicini al Mattarellum, «però vogliamo fare presto». Anche l'altro tecnico leghista di leggi elettorali, Roberto Calderoli, ha garantito che la Lega è pronta a dare l'ok alla proposta mix tra collegi uninominali e seggi assegnati col proporzionale, «un punto di partenza concreto, ma anche di arrivo - ha spiegato l'ex ministro -. Siamo disponibili a votarla, perché è rispettosa delle indicazioni della Consulta. È l'unica modalità che offre un equilibrio fra maggioritario e proporzionale». Dunque Berlusconi non troverà l'opposizione dell'alleato leghista ad un accordo sul «Tedeschellum», anche se a Salvini restano i sospetti su un germoglio di Nazareno bis. Il leader della Lega ha sempre chiesto l'adozione del maggioritario: «Mi ricordo che quando c'era il maggioritario a Milano, a Baggio, e sapevo chi era il mio parlamentare che era diverso da quello di Città Studi e da quello del Gratosoglio. Così tu dai il voto a uno che poi magari si allea con quell'altro e non te lo dice, la Lega sicuramente non si alleerà mai con Renzi e il Pd, questo chi ci vota l'ha ben chiaro in testa» commenta Salvini intervistato da Rtl 102.5. Ma il segretario, in fondo, si fa andare bene il proporzionale, che con i buoni sondaggi della Lega potrebbe servire a consolidare il Carroccio come forza primaria nel centrodestra eleggendo una nutrita pattuglia di parlamentari, e contarsi in vista della partita della leadership. Se c'è la probabilità di elezioni in autunno, il referendum sull'autonomia della Lombardia è una certezza con una data: il 22 ottobre (nello stesso giorno si terrà anche in Veneto).
Il governatore Maroni ha firmato ieri il decreto: «È un appuntamento straordinariamente importante per tutti i lombardi, perché può significare la svolta. Una nuova storia per la Lombardia, con la possibilità di tenerci le risorse che ci servono per fare tutte le cose che dobbiamo fare».
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