
Il tax credit è stato caratterizzato negli anni passati da "abusi", "storture", "truffe" e irregolarità che hanno portato allo spreco di soldi pubblici, ripete il ministro della Cultura Alessandro Giuli in Question time alla Camera. Il ministero è oggetto di interrogazioni su più fronti, ma a tenere banco sono soprattutto le frodi intorno all'incentivo voluto dall'allora titolare Dario Franceschini, con un intento nobile, sostenere un settore in crisi. Invece si è rivelato un contributo a pioggia, andato anche a chi non doveva andare. Irregolarità culminate con il caso di Francis Kaufmann, il presunto killer di Villa Pamphili. L'uomo che, con l'alias del regista Rexal Ford, è riuscito a farsi erogare un tax credit da 863 mila euro per un film di cui non si conosce ancora l'effettiva realizzazione. Il contributo era stato erogato nell'ambito del filone dedicato alle opere straniere, a una società italiana, la Coevolution, che non c'entra nulla con Kaufmann, indicata come produttore esecutivo della pellicola estera del finto regista. La documentazione non aveva destato sospetti, sembrava tutta in regola. Sono infatti ancora in corso le verifiche, spiega Giuli: "Stiamo facendo chiarezza. Non risulta che il ministero abbia intrattenuto rapporti di alcun tipo con Kaufmann. Ci sono indagini in corso, sia dal punto di vista contabile che penale, e c'è la massima collaborazione con gli inquirenti. Ho personalmente accompagnato la polizia giudiziaria nella sede della Direzione generale cinema - precisa Giuli - accertandomi della trasmissione dei documenti richiesti". Secondo il ministro, con i correttivi apportati, le risorse "saranno allocate in modo trasparente: mai non ci saranno mai più film fantasma". Sono state individuate in questi anni circa 200 opere che "avevano documentazione valida ma sospetta", e sono state segnalate alla Guardia di Finanza. "Abbiamo stanziato 3,5 milioni per controlli e monitoraggio. Noi lo abbiamo fatto. Non l'attuale opposizione che ha creato il tax credit", rivendica Giuli. Con l'ultimo decreto direttoriale del 26 giugno viene introdotto l'obbligo di tracciabilità, con conti correnti dedicati, perizie sulla congruità dei costi a bilancio. E poi, la consegna dell'opera realizzata per intero, quando si tratta di pellicole straniere. Come nel caso di Kaufmann. "Tutto questo non esisteva prima. L'obiettivo è rendere il tax credit un incentivo a prova di truffa".
Quanto alle dimissioni dalla pubblica Cinecittà rassegnate dalla presidente Chiara Sbarigia, che era contemporaneamente presidente anche della privata Apa (associazione dei produttori audiovisivi), Giuli smentisce veleni all'interno di via del Collegio romano: "Ho già rigettato qualsiasi ricostruzione tendenziosa e strumentale".
È di ieri anche la stoccata del ministro al premio Strega, a cui ha detto che non andrà: "Si vede che mi considerano un nemico della domenica. A me risulta che in genere gli "Amici della domenica" ricevano i libri relativi al premio Strega. Io sono invitato alla serata del premio, sono stati carinissimi, però non ho ricevuto nessun contatto e nessun libro. È un po' curioso che uno debba andare alla serata del premio Strega non avendo ricevuto i libri".
Immediata la replica della fondazione Bellonci, che organizza l'evento letterario: "I
rapporti con il ministro sono sempre stati amichevoli. Non gli abbiamo inviato i libri perché chiediamo agli editori di spedirli unicamente alla giuria dello Strega, da cui si è dimesso il giorno stesso della sua nomina".