Studentessa punita dal preside perché critica l'immigrazione

«Gli immigrati ci rubano il lavoro. Lavorano per un tozzo di pane. Affamano gli italiani».

Poche parole, pronunciate tra gli applausi. Sono costate una nota disciplinare ad una sedicenne iscritta all'istituto alberghiero «Giuseppe Cipriani» di Adria, in provincia di Rovigo.

La vicenda si sarebbe consumata nei giorni scorsi, in coda ad un incontro tra gli studenti ed un operatore della Caritas parrocchiale, invitato dagli insegnanti a parlare di politiche dell'integrazione e dell'accoglienza. «Del fatto abbiamo avuto notizia dai nostri collaboratori, ma non saprei dirle di più», spiega al telefono don Piero Mandruzzato, da qualche settimana appena direttore della Caritas diocesana di Rovigo. Qualche particolare in più aggiunge il suo vice, Davide Girotto. «Nell'ambito di un progetto che coinvolge diverse diocesi del Veneto sui temi del lavoro - racconta - uno dei volontari dello sportello attivato dalla Caritas parrocchiale di Adria è stato chiamato a confrontarsi con i ragazzi dell'Alberghiero. Nel corso dell'assemblea una studentessa è intervenuta con durezza contro gli stranieri, accusandoli di portar via il lavoro agli italiani e di creare disoccupazione e condizioni di disagio per chi in Italia nasce e vive. A quanto mi risulta, è stata anche applaudita».

A stretto giro di registro, è poi arrivata la nota. «Piuttosto mi sarei preoccupato di capire quali ragioni possano ispirare ragionamenti del genere», punge Girotto, senza entrare nel merito delle scelte disciplinari. «Se la scuola ha deciso così - osserva cauto - un motivo ci sarà. Non credo si voglia processare un'opinione. Magari la ragazza avrà esagerato».

Ma è davvero così? Impossibile saperlo. Al Cipriani porte chiuse e bocche cucite: «Il dirigente scolastico non c'è e comunque non abbiamo nulla da dichiarare», fanno sapere i più stretti collaboratori del preside, che ieri mattina, intercettato dai cronisti locali, aveva tuttavia precisato doversi ricondurre la sua decisione non ad una valutazione «dei giudizi espressi dalla studentessa, ma ai toni utilizzati, in maniera alterata e con maleducazione». Una versione che però non ha convinto tutti. Di sicuro non il vicepresidente del Senato, il leghista Roberto Calderoli.

«È stato compiuto un incredibile abuso da parte delle istituzioni scolastiche, che vorrebbero imporre agli studenti il pensiero unico della sinistra buonista, alla quale interessa solo che possa proseguire la speculazione sulla pelle dei disperati», ha dettato alle agenzie il numero due di Palazzo Madama, tuonando: «Non si può dire più nulla contro gli invasori, non è consentito chiamare zingari e clandestini col loro nome. Il razzismo al contrario ha toccato livelli inimmaginabili. Siamo alla follia più totale».

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