Stupri in Duomo a Capodanno. Arriva il primo condannato

Due giovani violentate dal branco. Pena di 5 anni e 10 mesi per l'egiziano che aveva agganciato le ragazze

Stupri in Duomo a Capodanno. Arriva il primo condannato

Nella città degli stupri a ripetizione, dove circolare da sole per le donne è ormai un rischio continuo ieri - a poche ore dalla denuncia di una studentessa ventenne che sarebbe stata molestata sessualmente mentre era in piazza Duomo con il fidanzato - arriva la prima sentenza per quella che fu la vicenda più incredibile di tutte: le violenze sessuali di gruppo inflitte a ripetizione nella notte di Capodanno del 2022 proprio nella stessa piazza Duomo durante i festeggiamenti, sotto gli occhi delle telecamere e a pochi metri dai blindati delle forze dell'ordine.

Abdallah Bouguedra, ventidue anni, egiziano, viene condannato ieri a 5 anni e 10 mesi di carcere dalla Quinta sezione del tribunale di Milano. È stato l'unico, tra i nove immigrati (tra cui due minorenni) individuati e identificati dalla Squadra Mobile, a scegliere di affrontare il processo a porte aperte, e a continuare a proclamarsi innocente. In questi mesi ha cambiato versione più volte, prima negando di riconoscersi nei fotogrammi acquisiti dal pm Alessia Menegazzo, poi ammettendo di essere stato in piazza quella notte e di avere agganciato insieme ad un amico due ragazze. «Ma di quello che è accaduto dopo non mi sono neanche reso conto», ha detto quando è stato interrogato in aula. Mentre le due vittime venivano circondate da un branco urlante di trenta persone, denudate e messe per terra e violentate a ripetizione, lui guardava da un'altra parte.

Ma né il pm né i giudici gli credono. Per la sentenza, Bouguedra - che nel frattempo ha ottenuto gli arresti domiciliari - ha collaborato direttamente allo stupro di gruppo, incastrando le due ragazze e consegnandole consapevolmente al branco. A inchiodarlo alle sue responsabilità oltre ai filmati ci sono le testimonianze ripetute anche nell'aula del processo. Tra cui quella della giovane donna che ha filmato le fasi salienti delle violenze, interrogata il 16 marzo scorso: «L'ho vista a terra seminuda, si teneva stretto addosso il giubbotto, aveva solo quello, era traumatizzata e piangeva, ho iniziato a girare le immagini pensando ci fosse una rissa poi ho visto la ragazza per terra, le avevano tolto tutti i vestiti e abusavano di lei». Messa davanti a un album fotografico, la giovane non aveva avuto dubbi: e tra gli stupratori aveva identificato Abdallah Bouguedra. Che quella notte era reso particolarmente riconoscibile dai capelli ossigenati, di cui poi aveva cambiato colore: ma ormai era tardi.

Furono più di uno i focolai di violenza scoppiati, a pochi minuti e a poche decine di metri di distanza l'uno dall'altro, dopo lo scoccare della mezzanotte. La ricerca dei colpevoli, realizzata incrociando immagini vide e analisi delle celle telefoniche, è stata lunga e faticosa, ma alla fine ha permesso di ricostruire con sufficiente chiarezza la dinamica dei fatti: che ha avuto per protagonista principale un gruppo di nordafricani arrivati in blocco da Torino, probabilmente già con il piano di dare la caccia alle ragazze; alla caccia poi si sono uniti altri gruppi e singoli bruti. Nella sua requisitoria il pubblico ministero Menegazzo aveva chiesto per l'imputato la condanna a sei anni di carcere: «Non ci sono dubbi, ha sempre mentito, era lì faceva muro mentre la vittima veniva brutalmente violentata.

Non si tratta di una mera partecipazione, ma di una presenza attiva per soddisfare il proprio piacere. Ha aumentato la forza intimidatrice del branco, la sua presenza ha annientato e paralizzato la forza di reazione della vittima». I giudici hanno di fatto accolto la richiesta.

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