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Stupro di gruppo, la stangata dei pm. Chiesti 70 anni per i cinque imputati

Il legale di parte civile: "Non si sono mai scusati". Un minorenne già condannato a 8 anni e 8 mesi

Stupro di gruppo, la stangata dei pm. Chiesti 70 anni per i cinque imputati
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Sono pesantissime le richieste di condanna per lo stupro di gruppo avvenuto nel luglio del 2023 a Palermo ai danni di una 19enne stuprata da un branco di giovanissimi in un cantiere abbandonato del Foro Italico. Il pm Giulia Amodeo ha chiesto le condanne di tutti e sei gli imputati del processo per un totale di oltre settant'anni: 12 per Angelo Flores, Cristian Barone, Gabriele Di Trapani, Christian Maronia ed Elio Arnao, 10 anni e 8 mesi per Samuele La Grassa, che ha assistito agli abusi ma non ne prese parte. Un settimo imputato, R.P., minorenne quando fu commesso il reato, è già stato condannato con rito abbreviato a 8 anni e 8 mesi: dopo essere stato scarcerato e mandato in comunità perché il gip aveva ravvisato nelle parole pronunciate durante l'interrogatorio una sorta di pentimento, è stato rispedito in cella per essersi vantato del suo gesto sui social.

Ora è arrivato il momento della resa dei conti per il resto del gruppo. Dopo la requisitoria del pm - che ha ripercorso i terribili momenti vissuti dalla ragazza dopo aver incontrato la comitiva di amici alla Vucciria, la zona della movida di Palermo, fatta ubriacare e portata nel cantiere abbandonato dove fu stuprata a turno - sono iniziate le discussioni delle parti civili. La sentenza è prevista per metà ottobre. Contro gli imputati, oltre al dettagliato racconto della vittima che ha subito denunciato e consentito l'arresto del branco a pochi giorni di distanza dai fatti, un video che ha ripreso le violenze girato dal più grande del gruppo, Angelo Flores, che aveva avuto una relazione con la 19enne. Ci sono poi le intercettazioni disposte dagli inquirenti che smentiscono la tesi che i rapporti fossero consensuali, sempre sostenuta dagli imputati. Si sente infatti la vittima chiedere più volte ai ragazzi di smettere. Gli abusi però proseguono finché la 19enne viene abbandonata per strada, mentre il gruppo va a mangiare in rosticceria.

La scorso udienza uno degli imputati, Christian Maronia, ha fatto sapere di aver scritto una lettera di scuse alla madre, alla sorella e alla fidanzata: «Ho tradito l'onestà delle donne che amo». Questo il suo unico pentimento, nemmeno una parola per la giovane stuprata. «Una lettera kamikaze», l'ha definita l'avvocato di parte civile, Carla Garofalo. «Sono reati che prevedono condanne pesanti.

A me dispiace che questi giovani rischino una condanna molto alta, ma chi sbaglia paga», ha detto il legale. La scelta del rito abbreviato fatta dagli imputati comporta comunque una riduzione della pena di un terzo. Ora la parola passa alle difese.

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