«Se nuoti nella vasca dei pirañha non puoi lamentarti se poi quando esci ti manca un arto, non provo pietà». Tolleranza zero da parte di Don Lorenzo Guidotti, sacerdote di Bologna, nei confronti delle ragazzine che bevono fino a stordirsi e vanno in giro con gli immigrati. Il parroco di San Domenico Savio, moderno Girolamo Savonarola, ha lasciato di stucco la comunità dei fedeli, commentando in modo durissimo lo stupro subito lo scorso 3 novembre su un vagone di un treno da una diciassettenne, che si era ubriacata.
«Chi sceglie la cultura dello sballo lasci che si divertano' anche gli altri», aveva scritto sulla pagina Facebook, visibile solo agli amici. Una frase cruda, come molte altre postate in passato. Ma il caso ha voluto che quelle parole sul suo profilo, accessibile soltanto agli amici, siano diventate di dominio pubblico, quando il sito internet di Radio Città del Capo ha pubblicato per intero lo screenshot. La ragazza aveva ammesso di aver passato la serata a piazza Verdi e di essersi ubriacata, perdendo il cellulare. Un magrebino, dopo essersi offerto di aiutarla, arrivati in stazione l'avrebbe violentata. La giovane si sarebbe svegliata solo la mattina dopo, seminuda e senza borsa. Il commento di Don Giudotti è stato senza pietà. «Tesoro mi dispiace. Ma 1) frequenti piazza Verdi (che è diventato il buco del cu*o di Bologna, e a tal proposito Merola sempre sia lodato!) 2) Ti ubriachi da far schifo! Ma perché? - scriveva il parroco su Fb - 3) E dopo la cavolata di ubriacarti con chi ti allontani? Con un magrebino?!? Notoriamente veri gentlemen, tutti liberi professionisti, insegnanti, gente di cultura, perbene. Adesso capisci che oltre agli alcolici ti eri già bevuta tutta la tiritera ideologica sull'accogliamoli tutti». E il colpo di grazia: «Svegliarti seminuda direi che è il minimo che potesse accaderti».
Ieri, dopo che anche la Diocesi di Bologna ha preso nettamente le distanze, don Guidotti si è scusato pubblicamente: «Ho sbagliato i termini, i modi, le correzioni e non posso che chiedere scusa a lei e ai suoi genitori se le mie parole imprudenti possono aver aggiunto dolore».
«Provo pietà per questa ragazza come per tutte le altre vittime di violenza a cui assistiamo ogni giorno sfogliando le pagine dei giornali - ha proseguito -.
Non posso che dolermi con me stesso per i termini usati nel commentare e per le affermazioni, che riesco a capire possano essere intese come un atto di accusa alla vittima. Io stesso leggendo oggi quel post ravviso questo. Ovviamente non era questo l'obiettivo del mio attacco, non accusare la ragazza, ma la cultura dello sballo».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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