Su Al Jazeera il tifo per l'Isis Islamici italiani in imbarazzo

La tv araba mostra gli «smile» degli spettatori durante la diretta da Barcellona. Dal Caim condanna di circostanza

Su Al Jazeera il tifo per l'Isis Islamici italiani in imbarazzo

Silenzi assordanti, dichiarazioni rituali o parole imbarazzate. E poi, certo, arrivano anche le condanne chiare e forti. «Non ci piegherete, infami islamisti!», tuona la antropologa italo-somala Maryan Ismail, donna simbolo della lotta all'integralismo, che maledice i terroristi. Cerca «un antidoto» la Coreis (i musulmani italiani di via Meda). Fanno in ogni caso rumore le reazioni islamiche dopo gli attentati compiuti in nome di «Allah». Ed è inevitabile che queste reazioni siano attese e analizzate, in Italia e in Europa; anche perché sull'altro sponda del Mediterraneo risuona come una macabro, agghiacciante sberleffo il «sorriso» di chi assiste alla tragedia di Barcellona e Turku con un moto di delirante soddisfazione. Piovevano «smile» e commenti folli, ieri e giovedì, sotto le dirette che «Al Jazeera» proponeva via facebook. Sulla pagina della discussa tv qatariota (da molti additata come megafono della Fratellanza musulmana) insieme alle lacrime e alle reazioni di rabbia e sconcerto, scorrevano infatti - a decine - gli «emoticon» dei sorrisini, ancora visibili, così come il commento di chi scrive: «Avanti, Isis!».

In Italia non si manifesta una tale tempesta d'odio. I vertici del mondo musulmano, ieri, sono stati attenti a prendere subito posizione. L'Unione delle comunità islamiche italiane, l'Ucoii, ha parlato di «immenso dolore» per lo «spregevole attacco terroristico» di Barcellona, di «sconcerto» e «condanna» per «questi che consideriamo crimini contro l'umanità». E la Confederazione islamica, che in Italia rappresenta un gran numero di «moschee» frequentate soprattutto da marocchini, ha scritto: «Dalla moschea di Napoli, i nostri cuori e i nostri pensieri, le nostre preghiere sono per Barcellona e la sua gente, per tutte le vittime. Il terrore non spegnerà le milioni di voci che chiedono coesistenza e pace. Tutti uniti contro l'odio».

A Milano, la consigliera comunale (velata) Sumaya Abdel Qader, eletta col Pd, si è detta «in ansia per Barcellona», e ha rivolto un pensiero alla famiglia di Bruno Gulotta, il milanese ucciso in Catalogna. Ha parlato solo in serata, al contrario, la sigla dell'islam organizzato (in tutto a Milano si contano 80mila fedeli). «Il terrore non vincerà» ha scritto il Coordinamento delle associazioni islamiche di Milano, interlocutore privilegiato del Comune fino all'anno scorso. Al Caim, la fallimentare gestione di Davide Piccardo si è conclusa 6 mesi fa e il suo posto è andato al controverso Omar Jibril. Loquace e incauto, Piccardo era stato spesso al centro di polemiche. Dopo il Bataclan di Parigi per esempio, quando in piazza San Babila aveva detto che «fratelli e sorelle francesi» erano morti «ingiustamente» aggiungendo che altri giovani si erano sacrificati credendo di morire per qualcosa. In ogni caso non ha mai fatto mancare il suo «No» all'Isis, sebbene accompagnato spesso da improbabili teorie. Oggi Piccardo jr, insieme al padre, Hamza, si è allontanato dall'Ucoii (di cui Piccardo senior è fondatore) e ha dato vita alla movimentista Costituente islamica, che ieri sul suo profilo, per tutto il giorno non ha ritenuto di intervenire in alcun modo, proprio come i suoi leader (Davide ha pubblicato un video sul sionismo). Lo stesso Caim sembra sempre meno aperto alla città, come Jibril, che fra l'altro fa parte dell'Alleanza islamica d'Italia, inserita (fra le proteste del presidente) nella black-list antiterrorismo degli Emirati Arabi. Dopo la strage di «Charlie Hebdo», 2 anni fa, Jibril aveva fatto discutere col suo «Stop Charlie», che definì «rivista blasfema, odiata e disprezzata in tutta la Francia».

«Rispetto per le vittime, rispetto per la fede di 1,5 miliardi di persone, rispetto per il profeta Muhammad». «Stop Charlie Hebdo» aveva scritto. Purtroppo qualcuno aveva già provato a farlo. Ma a colpi di mitragliatore.

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