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Suez, 14 rimorchiatori in azione In coda per il blocco 321 navi

Fallito il tentativo di rimettere a galla il portacontainer Il commercio globale rischia 10 miliardi a settimana

Suez, 14 rimorchiatori in azione In coda per il blocco 321 navi

Beirut. La gigantesca nave portacontainer Ever Given che blocca il Canale di Suez in Egitto da martedì è ancora arenata. Ieri quattordici rimorchiatori hanno cercato di sfruttare l'alta marea ma il tentativo di rimetterla a galla non ha avuto successo. Altri mezzi arriveranno anche oggi, in uno sforzo che mobilita tutte le forze egiziani e internazionali. Ogni ora che passa è un disastro. Più di 300 navi sono bloccate su entrambi i lati della via di comunicazione strategica.

Il presidente dell'Autorità del Canale di Suez, Osama Rabie, ha dichiarato in una conferenza stampa che 9mila tonnellate di acqua di zavorra sono state rimosse dalla nave. Ha poi aggiunto che la poppa aveva iniziato a muoversi venerdì sera e che il timone e l'elica avevano ripreso a funzionare. Le forti maree e i venti avevano però reso più difficile l'opera.

Ma trapelano anche nuovi particolari sulla vicenda. I rapporti iniziali dicevano infatti che la nave si fosse incagliata a causa di una tempesta di sabbia che aveva influito sulla visibilità. Rabie invece ha precisato che «non erano le ragioni principali». «Potrebbero esserci stati errori tecnici o umani», ha spiegato.

Dopo l'offerta di aiuto da parte degli Usa è intervenuta anche la Gran Bretagna. Il comandante della Royal Navy britannica Tom Sharpe ha spiegato che la condizione migliore per sbloccare la nave sarebbe stata l'alta marea di oggi, ma poiché l'imbarcazione è incagliata sia davanti che dietro c'è il rischio che lo scafo possa rompersi.

Il presidente Joe Biden ha rivelato che Washington sta esaminando cosa fare per aiutare a liberare il cargo. Nel frattempo i danni economici corrono. Il blocco potrebbe costare al commercio globale dai 6 ai 10 miliardi di dollari a settimana. Circa 4 milioni di barili di miscela Cpc, per lo più kazaki e alcuni russi, sono in attesa insieme a petroliere che trasportano greggio libico, azero e del Mare del Nord per le raffinerie asiatiche. Ma ci sono anche delle parziali buone notizie. È pari a 3,1 miliardi di dollari la copertura assicurativa della Ever Given. Una somma gigantesca, che potrebbe però rivelarsi insufficiente a coprire le richieste che potrebbero arrivare dagli armatori delle imbarcazioni rimaste ferme.

Dopo il coronavirus è arrivato un altro colpo inaspettato contro l'economia e il commercio mondiale. E anche questa volta non mancano le teorie cospirazioniste. Secondo il «movimento» complottista QAnon la Ever Given trasportava schiavi sessuali per la rete di pedofili di cui farebbe parte Hillary Clinton. Una teoria priva di fondamento che si sta diffondendo in rete. Diversi gli elementi che l'hanno alimentata. Innanzitutto la compagnia che arma Ever Given si chiama Evergreen, nome in codice di Hillary Clinton per i servizi segreti quando era First Lady. Non solo. La sigla della nave H3RC sarebbero proprio le iniziali di Hillary Rodham Clinton. QAnon è un movimento complottista di estrema destra - privo di basi - secondo il quale esisterebbe un'ipotetica rete segreta di un presunto Deep State che avrebbe agito contro l'ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Questa organizzazione sarebbe collusa con reti di pedofilia globali e avrebbe per obiettivo il dominio mondiale. Già ad agosto scorso, quando è avvenuta l'esplosione al porto di Beirut, un video mostrava sullo sfondo una nave con il nome «Evergreen».

Anche allora la teoria prese piede: la Clinton sarebbe stata coinvolta nella terribile deflagrazione che ha distrutto parte della capitale libanese.

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