Governo

Sui pagamenti elettronici esecutivo pronto al compromesso

Il centrodestra minimizza: "Problemi superabili". E sulle pensioni è più vicino l'aumento chiesto da Fi

Sui pagamenti elettronici esecutivo pronto al compromesso

«Ci sono dieci Paesi che sono in linea, siamo in Champions League e gli altri sono in Europa League. Venite qua a contestarci che giochiamo in Champions? Poi magari non la vinciamo, eh». La battuta è del ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti a chi gli chiede conto dei rilievi Ue sulla manovra a proposito di Pos, pensioni e contante.

È il giorno della «pagella» europea sulla manovra, un appuntamento atteso e segnato in rosso sul calendario da settimane. Un verdetto decisamente positivo. La sensazione diffusa è di quella di un grande sospiro di sollievo per quello che viene letto come un più che sostanziale via libera da parte di Bruxelles, rispetto a rilievi molto più pesanti che hanno investito altri Paesi dell'Unione.

«Sulle pensioni difficilmente si può imputare qualcosa a questo governo, il problema di stabilità del sistema è di lunga data» riferiscono fonti governative. «Sul contante con il limite europeo dei diecimila euro non ci sarà alcun problema. Eventualmente siamo pronti a parificarlo a quello europeo. Sul Pos Giorgia Meloni è impegnata in una mediazione, su quello c'è spazio per trovare un punto di equilibrio che vada bene anche a Bruxelles. In ogni caso sono dettagli. Ci vedevano in serie B e giochiamo in serie A. Quel che è certo è che molti nodi verranno superati già con la riforma fiscale. Se oggi siamo promossi al 90% con la riforma fiscale saremo promossi al 98%. In ogni caso, al di là della riforma fiscale, qualche segnale e qualche limatura potrebbe arrivare già in manovra. Si attende un segnale dal governo, ma a livello parlamentare non si escludono interventi leggeri, ma immediati.

In ogni caso l'umore è decisamente incline ai festeggiamenti. «È stata smentita la narrazione di sinistra che sosteneva che l'esecutivo Meloni avrebbe scassato i conti pubblici, e che questa manovra fosse nefasta» dice Tommaso Foti, capogruppo di FdI alla Camera. «Una legge di bilancio, presentata in tempi record con risultati raggiunti senza presentarsi in Europa con il cappello in mano. L'ok della commissione europea è un doppio motivo di orgoglio se si pensa ai tanti Paesi che al contrario hanno ricevuto un giudizio negativo». Festeggia anche lo stesso Giorgetti. «Questo risultato è una grande soddisfazione. Abbiamo smentito i gufi nazionali». Più ironico il commento del ministro Francesco Lollobrigida sui rilievi al contante, con riferimento al Qatargate: «In effetti dopo quello che è successo in Unione Europea, che qualcuno evadesse si è notato, e non erano i cittadini...».

Sulla questione pensioni, peraltro, si registra un sostanziale passo in avanti sull'innalzamento immediato delle pensioni minime a 600 euro, su cui Silvio Berlusconi sta insistendo da settimane. Per Forza Italia sono «imprescindibili» in manovra l'aumento delle pensioni minime a 600 euro dai 75 anni in su e la decontribuzione «di almeno 8 mila euro» sulle assunzioni degli under 35, come puntualizza il capogruppo di Forza Italia in commissione Bilancio, Roberto Pella, spiegando la posizione illustrata in riunione di maggioranza assieme al capogruppo azzurro alla Camera Alessandro Cattaneo. Una richiesta su cui c'è stata una apertura informale da parte di Giorgetti che, aggiunge Pella, «si è impegnato a trovare le risorse». Maggioranza e governo, inoltre, stanno valutando di allentare la stretta sulle rivalutazioni delle pensioni alzando la soglia degli assegni indicizzati al 100% da 4 a 5 volte il minimo.

«Stiamo valutando con attenzione la proposta della Cisl - dice Alessandro Cattaneo, capogruppo Fi alla Camera - c'è attenzione da parte di tutta la maggioranza».

Commenti