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"Sui vaccini siamo al flop annunciato"

Il deputato azzurro: "Immunità di gregge solo a fine anno, inaccettabile"

"Sui vaccini siamo al flop annunciato"

Pierantonio Zanettin, deputato veneto di Forza Italia, boccia l'azione del governo sui vaccini e indica come esempio Israele.

Sale l'indice dei contagi e il numero dei positivi, mentre i ritardi sui vaccini rischiano di trasformare in disillusione la grande speranza dell'immunità di gregge. Come valuta la situazione?

«Molto negativamente, perché la campagna annunciata dal commissario Arcuri è iniziata male: in più di una settimana sono state usate circa 119mila dosi, su 470 mila che dovevano essere in dotazione. I numeri ci dicono che ci sono grosse difficoltà e che la distribuzione non è stata preparata a dovere».

La sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa assicura che entro aprile saranno vaccinati tra i 10 e i 13 milioni di italiani. Ma il ministro Speranza aveva parlato di 13 milioni al primo aprile: c'è già un passo indietro?

«Il ministro lo aveva detto giusto il 28 dicembre, mentre ora le previsioni sono già più basse. Considerato che le dosi necessarie sono due, invece di 300mila al giorno come si era detto l'ipotesi è di 90mila al giorno. Così, si raggiungerebbero i 40 milioni di vaccinati, con l'immunità di gregge, solo a fine anno e sarebbe davvero inaccettabile».

In questo momento sono disponibili dosi solo di due tipi di vaccino, mentre gli altri tardano ad essere approvati e ad arrivare. Il governo doveva assicurarsi delle scorte extra fin dall'inizio, come ha fatto la Germania?

«Sarebbe stato opportuno, perché da tempo erano sorti problemi sul vaccino di Astra-Zeneca e la Germania ci ha pensato per tempo. Mentre il nostro governo è rimasto indietro, attenendosi alle previsioni europee».

Anche il reclutamento dei vaccinatori sembra non essere ancora partito e ci sono problemi per la conservazione delle dosi Pfizer a temperature bassissime.

«Per i vaccinatori ho parlato con amici che hanno fatto la domanda, poi scaduta a fine dicembre e che ancora non hanno avuto risposta. Non sono stati neppure convocati e poi dovranno essere, almeno un minimo, formati. Mentre apprendiamo che sui frigoriferi c'è una ricerca spasmodica e le aziende lamentano una pianificazione superficiale».

C'è poi il problema di un intervento a macchia di leopardo, con alcune Regioni che vanno più spedite e altre più lente.

«Lo stiamo vedendo in questi giorni. La mia Regione, il Veneto, sta facendo appieno il suo dovere, come l'adiacente Trentino-Alto Adige, mentre altre arrancano».

Anche in Lombardia ci sono difficoltà.

«Mi pare che la Regione sia partita un po' in ritardo ma si è impegnata a recuperare il gap».

Qual è, a suo parere, il modello straniero cui dovrebbe guardare l'Italia?

«Vanno sempre copiati i migliori e tra i Paesi occidentali certamente Israele è quello che ha i risultati di gran lunga più validi. Senza tanti gazebi con le primule, ha utilizzato un'efficentissima struttura militare e di intelligence».

Quindi il governo rischia il fallimento sul piano vaccini?

«Direi che è già scritto, purtroppo, e speriamo che si possa recuperare.

Renzi, che tanto critica, dovrebbe essere coerente e staccare la spina a questo governo incapace».

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