Cronache

Suicida De Donno, il dottore del plasma anti-Covid

Da qualche tempo aveva lasciato il posto di primario all'Ospedale di Mantova e faceva il medico di base

Suicida De Donno, il dottore del plasma anti-Covid

È stato uno dei medici eroi della lotta contro il Covid. La sua terapia col plasma iperimmune dei guariti, poi accantonata, messa in atto in collaborazione coi colleghi dell'ospedale Carlo Poma di Mantova, ha acceso la speranza di molti malati, ha salvato vite e ha dato vite, come quella di Beatrice Vittoria, la bimba nata sana nel 2020 da una mamma da lui guarita proprio col plasma, della quale orgogliosamente diceva di sentirsi un po' «nonno». Poi la delusione, il suo protocollo bloccato. Le polemiche per la bocciatura della terapia. Le dimissioni da primario di pneumologia dell'ospedale di Mantova. Il nuovo lavoro da alcune settimane, medico di base a Porto Mantovano. E la fine tragica, ieri, a soli 54 anni. Il professor Giuseppe De Donno è stato trovato cadavere nella sua abitazione di Curtatone. L'ipotesi, terribile, è che si sia tolto la vita. Presto per dire se dietro il suicidio ci siano anche altre ragioni personali. Ma di certo la batosta che lo ha portato, dopo la gloria fulminea del 2020, alle dimissioni dall'incarico di primario, può avere influito.

A trovare il professor De Donno senza vita nella sua abitazione alle porte di Mantova, nel tardo pomeriggio di ieri, sarebbero stati alcuni familiari. A quanto sembra, non ha lasciato alcun messaggio per spiegare il suo gesto. Ma sembra non ci siano dubbi sul fatto che si tratti di suicidio. Sulla vicenda indagano i carabinieri. Gli uomini del colonnello Antonello Minutoli, comandante provinciale dei carabinieri di Mantova, coordinati dalla Procura di Mantova, stanno indagando per escludere eventuali responsabilità di terzi. De Donno lascia la moglie, Laura, e due figli, Edoardo e Martina.

Sotto choc i colleghi medici e la comunità mantovana. «Siamo sinceramente allibiti afferma il direttore dell'Asst di Mantova al Corriere della sera . Ho avuto modo di conoscere di persona e confrontarmi più di una volta con De Donno e devo dire che era una persona davvero squisita: onesto fino in fondo, si è sempre speso per la verità e per gli altri. Durante la prima ondata del Covid aveva dato il meglio di se stesso ed era davvero apprezzato sia dai colleghi medici che dalle centinaia di pazienti che hanno avuto a che fare con lui. Aveva investito moltissimo anche nelle ricerche sul plasma, cura che ora è stata abbandonata ma che nonostante tutto aveva dato i suoi frutti. L'abbandono del plasma per altre cure per lui è stato sicuramente un colpo decisamente difficile da gestire».

Tra i primissimi messaggi di cordoglio per la scomparsa del professor De Donno quello del leader della Lega Matteo Salvini: «Non ci volevo credere - ha scritto su Twitter - Perdiamo una bella persona, un grande medico, che durante il Covid ha lottato come un leone per salvare centinaia di vite, spesso contro tutto e tutti. Buon viaggio Giuseppe, lasci un vuoto grande». E il giornalista e critico musicale Red Ronnie, su Facebook, accusa in un video: «Ricordo l'intervista che gli ho fatto quando è diventato un eroe salvando 58 malati terminali di Covid su 58 utilizzando il plasma dei donatori. Lo hanno attaccato e fatto fuggire dai radar. Il dottor Giuseppe De Donno, dopo aver salvato tante vite, è stato emarginato ed era tornato a fare il medico di base, oggi ha preso una corda e ha deciso di abbandonare questo pianeta, lui che ha salvato tante vite».

Una delle sue gioie più grandi, dopo il periodo terribile del lockdown del 2020 e dei reparti pieni di pazienti, la nascita della piccola Beatrice Vittoria, da una mamma guarita grazie a lui dal Covid: mamma Pamela, ricoverata per Covid ad aprile, tra le prime a sperimentare quella cura che in pochi giorni l'aveva salvata, aveva appena dato alla luce Beatrice, chiamata anche Vittoria perché la sua nascita aveva del miracoloso. «Sono commosso ed emozionato e mi sento un po' il nonno di Vittoria», disse allora De Donno. Era il 27 luglio del 2020, esattamente un anno fa.

Adesso la tragica fine.

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