di Roberto Fabbri
La lontana Svezia, periferia nord dell'Unione Europea, va al voto e gli echi delle scelte dei suoi pochi milioni di elettori si riverberano sul resto del continente e fino alle nostre latitudini. Tanto interesse si spiega soltanto con il fatto che l'onda populista e sovranista ha raggiunto anche Stoccolma, pure qui favorita da un'improvvida gestione politica di un'altra ondata, quella migratoria che giunge dall'Africa e dai Paesi islamici. Principali protagonisti di questo fallimento che ha messo a repentaglio la pace sociale nella tranquilla Svezia oltre a indebolire l'efficienza del welfare fiore all'occhiello della socialdemocrazia, sono stati proprio i socialdemocratici svedesi. E assistere alla sconfitta annunciata della sinistra riformista nella sua storica roccaforte scandinava, con tanti un tempo fedeli elettori anziani e della classe operaia pronti a fare il salto della quaglia verso il populismo di destra, «fa notizia» e anche qualcosa di più. Quegli elettori, infatti, hanno dimostrato più a lungo di quelli altri Paesi europei pazienza nei confronti dei loro governanti mentre questi trasformavano stoltamente le periferie delle loro città in ghetti, e hanno dovuto assistere alla trasformazione di questi ghetti in centri di sviluppo di criminalità comune e di estremismo islamico. Il tutto generosamente foraggiato con i soldi delle loro tasse, tra le più alte del mondo ma sempre versate con la certezza di vederle convertire in servizi efficienti per i cittadini. Il sistema del welfare svedese, esteso troppo in fretta a troppi immigrati che poco o nulla dimostrano di voler dare qualcosa in cambio a chi li ha accolti contando sulla loro integrazione sociale, è ora in crisi, e la pazienza dei suoi destinatari si va esaurendo. Oggi sapremo in quale misura questa rabbia frustrata si sarà riversata nelle urne sul simbolo dei «Democratici svedesi» di Jimmie Åkesson. La destra xenofoba, tuttavia, per quanto si rinforzi assai difficilmente potrà sperare di entrare in qualsiasi forma nella stanza dei bottoni a Stoccolma.
Potrà però obbligare i blocchi di sinistra e di centrodestra, un po' come è successo in Germania e in Olanda, a innaturali coalizioni che mettano insieme fronti politici con idee contrapposte, facendo da «cordone sanitario» contro i nuovi barbari. E già così avrà ottenuto la sua vittoria: diventare la vera opposizione che potrà puntare al governo nel prossimo futuro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.