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Alan Kurdi, Cecilia Strada accusa: "La vergogna europea continua"

La vicenda Alan Kurdi potrebbe diventare il primo caso politico sulle Ong per il nuovo governo: Cecilia Strada, ex presidente di Emergency, parla di vergogna europea mentre Fratoianni invoca l'intervento dell'esecutivo per "dare discontinuità"

Alan Kurdi, Cecilia Strada accusa: "La vergogna europea continua"

È Cecilia Strada, ex presidente di Emergency e figlia del fondatore dell’organizzazione umanitaria, l’ultima a lanciare un monito all’Europa sulla questione migranti. Motivo della dichiarazione al veleno contro le politiche del vecchio continente è la questione relativa alla Alan Kurdi.

La nave dell’Ong tedesca Sea Eye è da alcuni giorni in acque internazionali, molto vicina a Malta. Nel momento di maggior tensione tra uscente governo gialloverde e la nave Mare Jonio, la Alan Kurdi si dirige verso l’isola di Malta e la questione sembra chiudersi. L’equipaggio ed i tredici migranti a bordo si preparano ad approdare in uno dei porti maltesi, quando però dal governo di La Valletta non giunge alcuna autorizzazione.

Al tempo stesso, uno degli ultimi atti intrapresi dal Viminale guidato dall’oramai ex ministro Matteo Salvini riguarda il divieto di ingresso in acque italiane del mezzo dell’Ong tedesca, firma che arriva anche dagli uscenti Toninelli e Trenta. Dunque, la Alan Kurdi rimane senza un porto di destinazione e l’ennesima querelle sulle organizzazioni non governative sembra andare avanti.

Nelle scorse ore, come detto, arriva la denuncia di Cecilia Strada: “Uno dei naufraghi ha già cercato di togliersi la vita a bordo della Akan Kurdi – scrive la figlia di Gino Strada su Twitter – la nave risulta ancora bloccata in acque internazionali”.

Da qui poi l’affondo verso Italia, Malta ed Europa: “Malta dovrebbe indicare un porto sicuro ma non lo fa, l'Italia ha ribadito il divieto d'ingresso – scrive ancora Cecilia Strada – La vergogna europea continua”.

La notizia del tentato suicidio arriva direttamente dalla stessa Sea Eye, la quale comunica sui social quanto accaduto nelle scorse ore. Il migrante, secondo quanto dichiarato dai membri dell’organizzazione non governativa, avrebbe tentato il suicidio in quanto stremato per le condizioni a bordo della Alan Kurdi e per l’attesa in mare di un porto sicuro.

Per lui, assieme per altri quattro migranti minorenni, proprio in questo sabato mattina scatta l’evacuazione per ragioni sanitarie. Dunque, dei tredici migranti originariamente a bordo sono otto per adesso a rimanere sul ponte della Alan Kurdi.

L’intervento di Cecilia Strada non appare comunque casuale e si inserisce in un quadro politico in cui, proprio la questione della Alan Kurdi, inizia a farsi prepotentemente strada. Infatti, dopo l’appello lanciato dalla figlia del fondatore di Emergency, arriva anche quello del leader di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni.

"Fate sbarcare i naufraghi che sono a bordo della nave Alan Kurdi”, scrive il deputato appartenente al gruppo parlamentare di LeU. Un gruppo che, all’interno del nuovo esecutivo guidato da Giuseppe Conte, esprime un ministro e che quindi è organico alla maggioranza.

E Fratoianni si rivolge proprio al nuovo governo, invocando discontinuità: “È il segnale di quella discontinuità – afferma infatti il parlamentare di Leu - che serve a questo Paese per recuperare dignità ed umanità”.

Che sia dunque il caso della Alan Kurdi il primo, nel contesto della nuova maggioranza giallorossa, a segnare una nuova linea più morbida nei confronti delle Ong?

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