Soffrono ma s'offrono, a volte nello stesso momento. E d'ora in ora spuntano fiori nuovi, assieme a funghi allucinogeni, nel campo seminato da Renzi con dovizia e cura monacale. Con altrettanta dovizia (meglio: mestizia) si sfoglia il crisantemo del voto per Sergiuzzu Mattarella. L'opera di cecchinaggio - «ma non è corretto chiamarla così», precisa subito il senatore Ugo Sposetti - sembra prendere corpo in mattinata con percentuali persino superiori a quelle che fino a notte fonda erano messe in conto dal pallottoliere di Lorenzo Lotti. «Fino al dieci per cento è fisiologico», mette le mani avanti Rosy Bindi, che all'operazione anti-Mattarella non si presterebbe mai: «Il miglior nome, per me. Un pezzo della mia vita». Meglio del professor Prodi? «No, che c'entra. Però dopo Romano c'è lui, una persona dalla schiena dritta». Dunque, non marionetta nelle mani del premier. «Non lo conoscete. Mi fido di lui, come mi fido di Renzi...». Roba forte, da crisi di astinenza. «Cioè, voglio dire, nel senso che Renzi è un ragazzo intelligente: lui sa che gli serve un punto fermo, qualcuno che dall'alto del Colle gli consenta di non perdersi». Ah beh, ecco.
Poco prima di mezzogiorno, i numeri di favorevoli sono ancora un po' troppo bassini per l'atteso tweet #staiserenosergiuzzu . Si vocifera di sms che arrivano persino a senatori e deputati di Forza Italia, cercando sponde per l'agguato mortale. Piero Fassino non ci sta a mettere nell'armadio l'armatura di corazziere, Walter Veltroni tornato dal Cile di gran carriera è arrabbiato con il mondo e chiuso in se stesso, Anna Finocchiaro avvistata in inequivocabili pose con il medesimo Sposetti, l'organizzatore (assai) presunto di quei 60/70 voti in meno, tra delusi e anti-Matteo, capaci di provocare il ruzzolone. A fine giornata, spossato forse più dai giornalisti («Sei il trentesimo che mi chiede come voto, ma il voto è segreto») che dall'operazione Italian Sniper , subisce l'ennesimo affronto: lo sfottò di uno strabordante Giachetti. «Tanto Mattarella domani lo votano tutti, anche Alfano e Berlusconi. Sposetti? Ma Sposetti è un'altra cosa, lui c'ha sedi e soldi».
Le triangolazioni avvistate in Transatlantico hanno poco a che fare con Euclide e molto con i Giovani Turchi, ribattezzati «Eunuchi turchi» dopo l'embrasson-nous con Renzi. Si favoleggia di una loro fronda crescente, visto che sono refrattari alla raccomandazione via sms di votare scheda bianca, e lanciano segnali di fumo sotto il nome «Sabelli Fioretti». «Questa cosa l'ho sentita, e dico che ci infastidisce pure tanto», si danna l'anima Antonio Boccuzzi, ala sinistra di quelli che furono seguaci di Orfini (ora, al Pd, in poltrona presidenziale). È un bel pacchetto di voti (55) che, in mancanza delle scarne truppe bindiane e con i 30/40 «fisiologici» dissidenti, farebbe la sua porca figura. «Macché, siamo tutti per Mattarella. Convinti come non mai», s'indigna Boccuzzi. E se persino Daniele Farina, ex leader dei leoncavallini ora in Sel, l'altroieri ha spergiurato davanti all'ex sindaco di Milano Pillitteri (che pure lo sgombrò) l'amore per il quaresimale Mattarella, sembra proprio che sull'ala sinistra ci sia poca trippa per franchi tiratori.
A metà pomeriggio, mentre Renzi incontra ancora una volta i suoi per essere rassicurato, e i grillini pensano di informare la Procura per la «compravendita dei voti dei nostri fuoriusciti», la ricerca trova in Cuperlo un inatteso guardiacaccia: «Mattarella è una soluzione ottima, ora la priorità assoluta è eleggerlo capo dello Stato». Non è preoccupato il capogruppo Speranza, che pure spera nell'«ampia convergenza» (vanificherebbe sia i voti pidini in libertà che le accuse di averli lasciati scappare).
Le ultime minacce sono del mite vicesegretario Guerini: «Chi si sfila dovrà farlo di fronte al Paese». Ma non è aria d'agguati neppure per l'ex leader Bersani; però «francamente faccio corna e scongiuri». #staiserenosergiuzzo , dai che i voti fioccheranno.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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