"Superiamo la Francia nei flussi. Ma dobbiamo destagionalizzare"

Il presidente di Federterme Massimo Caputi: "Fase di stabilità"

"Superiamo la Francia nei flussi. Ma dobbiamo destagionalizzare"
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Massimo Caputi, presidente di Federterme, usa toni tutt'altro che catastrofisti per il turismo italiano. Le statistiche vanno bene. Semmai la questione aperta è la destagionalizzazione.

Presidente Caputi, si discute molto in queste settimane sulla situazione del turismo italiano. Qual è la sua visione?

"La realtà è che stiamo vivendo una fase di stabilizzazione.Il 2023 e il 2024, che hanno beneficiato, per così dire, degli anni in cui siamo stati rinchiusi in pandemia, hanno rappresentato un biennio di normalizzazione".

Cosa dicono i dati?

"I dati sono chiari: il fatturato del 2025 è in crescita rispetto al 2024. Ma il numero delle presenze è più critico. La fascia medio-bassa, che di solito anima le spiagge italiane, è stata penalizzata dall'aumento dei prezzi dei servizi balneari, spesso non giustificato neppure dall'inflazione. A questo si aggiungono le anomalie climatiche: caldo eccessivo, maltempo improvviso. Risultato? Molti turisti hanno scelto altre destinazioni".

Quali, per esempio?

"L'Albania è un caso emblematico: in tre anni ha superato i 12 milioni di turisti stranieri, molti dei quali italiani. È una meta più economica, più accessibile, e questo piace alla fascia media".

Ci sono elementi positivi?

"Assolutamente sì. La politica sta finalmente comprendendo che il turismo è un asse strategico per l'economia nazionale. Però serve un progetto serio di destagionalizzazione. Non possiamo concentrare tutto nei mesi di luglio e agosto".

Quali alternative vede?

"Il turismo non è solo mare. Ci sono filiere fortissime che possono attrarre visitatori tutto l'anno: il turismo medicale, quello del benessere, i musei d'impresa, i percorsi enogastronomici".

L'Italia sta tenendo il passo rispetto agli altri Paesi europei?

"Negli ultimi 4 anni abbiamo superato la Francia per crescita dei flussi turistici, soprattutto grazie agli stranieri. È un dato storico. La Francia resta prima per presenze totali, ma l'Italia ha tutte le carte in regola per colmare quel divario".

C'è un problema legato all'overturism?

"È un danno per tutti: prezzi più alti, servizi peggiori, qualità che cala. Ma finalmente le famiglie italiane iniziano a capirlo. Stiamo assistendo a un boom delle prenotazioni nelle "shoulder seasons", cioè i mesi spalla come maggio, giugno, settembre. Magari trovi una pizzeria vuota ad agosto, ma piena a giugno: è un segnale che stiamo andando nella direzione giusta".

Cosa direbbe agli operatori del settore?

"Di crederci e restare aperti tutto l'anno. Penso alla Sicilia: non si può chiudere dopo tre mesi. È una regione che può avere otto mesi di stagione piena. I turisti nordici non amano il caldo torrido, e l'autunno o la primavera sono ideali".

C'è più attenzione oggi al settore turistico?

"Molta più attenzione rispetto a qualche anno fa, ma non basta. Servono strumenti nuovi e una politica decisa verso la destagionalizzazione".

Qual è il ruolo del turismo medicale?

"Fondamentale.

È uno dei pilastri della destagionalizzazione. Pensi che proprio pochi giorni fa Francis Ford Coppola si è operato in Italia al cuore: è turismo medicale, di altissima qualità. Ed è un settore che va sostenuto e promosso".

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