SuperMario chiude (e apre) le frontiere

I confini qualche volta sono solo un amuleto e servono a proteggersi da quello che in un certo momento ti fa più paura

SuperMario chiude (e apre) le frontiere

I confini qualche volta sono solo un amuleto e servono a proteggersi da quello che in un certo momento ti fa più paura. È una linea che non ha sempre lo stesso spessore, dipende da come la guardi, da chi sta dall'altra parte, da quanti sono, da cosa portano. Ci sono poi tempi dove si perdono i punti di riferimento e ovunque ti volti vedi insidie, dentro, fuori, intorno. Capita così che perfino uno come Mario Draghi rinserri e apra, nello stesso discorso, le porte dell'Italia. È un gioco con e senza frontiere. È un'illusione ottica. Non è il solo. Draghi spiega che in questo periodo bisogna stare attenti a chi entra. Non importa che sia quasi Natale. I turisti per arrivare qui dovranno fare il tampone, anche se vaccinati. Questo vale anche per chi vive dentro i confini della Ue. A chi si stupisce per questa scelta che sa un po' di sovranismo, il capo del governo risponde con i contagi della variante omicron: fuori è diffusissima, qui non supera lo 0,2 per cento. «Non c'è tanto da stare a rifletterci su». Si chiede e basta. «Difenderemo la normalità con le unghie e con i denti». La Grecia e la Francia ci copieranno. È il segno che la pandemia sta alzando i vecchi muri lungo tutta l'Europa e in fondo non c'è da stupirsi. Il bisogno di sicurezza passa proprio lì dove ci sono i confini e rende più difficile pensare in grande, ognuno pensa che la propria casa sia il posto più sicuro e fuori, per dirla con le parole di Fred Buscaglione e la voce di Paolo Conte, «piove un mondo freddo». Non è un caso che la commissione europea stia rivedendo il canone di Schengen per spingere i vari governi a non chiudere le frontiere per più di due anni. È il tentativo di dare un tempo all'emergenza. Il guaio è che il virus comunque non riconosce i confini. Draghi, nella stessa giornata, ha parlato anche di migrazioni. Qui le frontiere hanno cambiato aspetto. Si sono aperti dei varchi. L'idea è spingere la stessa Europa ad aprire corridoi umanitari per chi scappa dalla guerra, per rafforzare i canali legali e con una gestione rapida e condivisa dei rimpatri dei clandestini. «Gli immigrati sono una risorsa non una minaccia». Sono le stesse parole di Papa Francesco. Non c'è dubbio che in un mondo ideale, dove la paura non ha casa, le frontiere non dovrebbero esistere. Non è purtroppo questo il tempo e forse non lo sarà mai.

Se però si guarda a questa realtà è davvero difficile immaginare che questa Europa chiusa negli interessi particolari possa gestire l'immigrazione. Il virus spinge a non fidarsi degli altri, quelli vicini e quelli lontani. Lo certificano tutti i governi. È la maledizione della paura, per cui il prossimo è una minaccia.

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