Cronache

Da superpoliziotto anti-Br a rapinatore di provincia

L'agente della Digos è stato arrestato dai colleghi Il questore di Pisa: «È assurdo, siamo sconcertati»

Da superpoliziotto anti-Br a rapinatore di provincia

Assistente capo della Digos con un passato nell'indagine sulle nuove Br (che condusse all'arresto della brigatista pisana Cinzia Banelli), autore di libri gialli con una vena autobiografica, attivissimo sui social network, padre di famiglia. E improvvisamente rapinatore di un supermercato. Solo lui, se deciderà di interrompere il mutismo con gli inquirenti, potrà rivelare cosa gli sia scattato nella testa due giorni fa intorno all'ora di cena.

Daniele Trubiano, 50 anni, di Lucca ma residente a Pisa, come si leggeva nel suo dettagliatissimo profilo Facebook bloccato ieri pomeriggio, il crimine lo combatteva per lavoro: «Ma per 1.300 al mese ti puoi beccare anche qualche grammo di piombo», scriveva. Così, forse proprio per problemi economici, ha deciso di passare dall'altra parte della barricata. E di vestire i panni del cattivo di uno dei suoi libri, come l'ultimo, «Da grande voglio fare il tenente Colombo», firmato con il nome d'arte Daniele Lama.

I fatti: è un lunedì sera come tanti. Dentro la Conad di San'Alessio, prima periferia di Lucca, ci sono una decina di persone. Solo due le casse ancora aperte: vicino all'ingresso quattro clienti, tutte donne sui 50 anni.

All'improvviso entra di corsa un uomo con il volto nascosto da un cappuccio: tiene in pugno una pistola e la punta verso i cassieri. «È una rapina, datemi i soldi e non accadrà nulla» le parole scandite dal bandito che mandano nel panico le clienti. Urla e caos diventano padroni del supermercato. Ma c'è anche chi mantiene la calma. Sono due impiegati che lavorano alle casse più lontane: attendono che l'uomo esca e poi lo inseguono. A loro si unisce anche un immigrato senegalese che vende abitualmente piccoli oggetti fuori dal market.

«Gli siamo andati dietro per un centinaio di metri sulla strada. Ogni tanto si voltava, ci mostrava la pistola e minacciava di sparare. L'ha fatto per 3-4 volte. A quel punto abbiamo pensato che fosse un'arma giocattolo e abbiamo deciso di agire saltandogli addosso per bloccarlo» ha rivelato uno dei cassieri-eroi. In realtà, chi ha fermato Trubiano ha rischiato grosso. Per la rapina, l'agente ha usato la sua pistola d'ordinanza.

Sebbene caricata con proiettili non in dotazione alla Polizia che, secondo quanto ricostruito, non potevano essere esplosi perché di calibro non compatibile. Quando lo hanno fermato, Trubiano aveva in tasca 3.900 euro, il bottino della rapina. Gli agenti non hanno riconosciuto il collega. Ma una volta in Questura, il tesserino che l'uomo aveva con sé non ha lasciato spazio a dubbi: il rapinatore era un poliziotto.

«È una grande sofferenza - ha rivelato sconcertato il Questore di Pisa, Alberto Francini, - era rientrato in servizio dopo un periodo di malattia ma le sue condizioni psicofisiche erano buone. Nessuno, neppure tra i suoi colleghi più stretti, sa dare una motivazione al suo gesto».

Un maldestro colpo da 4mila euro scarsi che rischia di costargli il posto: è stato immediatamente sospeso e se sarà condannato in primo grado, potrebbe essere subito destituito dalla Polizia.

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