La definisce un «atto barbaro e sacrilego»: Papa Francesco non ha timore a chiamarla «guerra», condannando quello che la Russia sta mettendo in atto in Ucraina e che invece Mosca non definisce tale. Per il secondo giorno consecutivo Francesco torna a tuonare contro i potenti in un grido disperato per la pace.
«È passato più di un mese dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina, dall'inizio di questa guerra crudele e insensata che come ogni guerra rappresenta una sconfitta per tutti, per tutti noi», chiosa Bergoglio al termine della preghiera dell'Angelus, in una piazza San Pietro colorata di giallo-blu, la bandiera ucraina.
Il pontefice chiede che le armi tacciano. «C'è bisogno di ripudiare la guerra, luogo di morte dove i padri e le madri seppeliscono i figli, dove gli uomini uccidono i loro fratelli senza averli nemmeno visti, dove i potenti decidono e i poveri muoiono», dice il Papa rinnovando il suo appello: «Basta! Ci si fermi! Tacciano le armi! Si tratti seriamente per la pace».
Ed ancora l'invocazione a Maria affinché liberi il Paese dalla guerra. «Preghiamo ancora senza stancarci la Regina della Pace alla quale abbiamo consacrato l'umanità in particolare la Russia e l'Ucraina con una partecipazione grande e intensa per la quale ringrazio tutti voi», aggiunge Francesco che ha recitato l'Ave Maria insieme ai fedeli radunati in piazza, nel giorno esatto del secondo anniversario della sua preghiera solitaria per liberare l'umanità dalla pandemia da coronavirus.
Non si stanca, il Successore di Pietro, di lanciare sempre nuovo appelli alla pace. «La guerra non può essere qualcosa di inevitabile. Non dobbiamo abituarci alla guerra, ma dobbiamo convertire lo sdegno di oggi nell'impegno di domani - esorta - perché se da questa vicenda usciremo come prima saremo in qualche modo tutti colpevoli. Di fronte al pericolo di autodistruggersi - sottolinea Bergoglio - l'umanità comprenda che è giunto il momento di abolire la guerra, di cancellarla dalla storia dell'uomo prima che sia lei a cancellare l'uomo dalla storia».
Il pensiero del Papa va come di consueto ai più piccoli, agli indifesi, ai poveri. «Ho letto che dall'inizio dell'aggressione all'Ucraina, un bambino su due è stato sfollato dal Paese. Questo vuol dire distruggere il futuro, provocare traumi drammatici nei più piccoli e innocenti tra di noi. Ecco la bestialità della guerra, atto barbaro e sacrilego», conclude il Papa. «Prego per ogni responsabile politico di riflettere su questo, di impegnarsi su questo, e guardando alla martoriata Ucraina, di capire come ogni giorno di guerra peggiora la situazione per tutti». Oltre a far lavorare la diplomazia vaticana, e inviare un suo rappresentante a Leopoli, il cardinale Konrad Krajewski Bergoglio sta soprattutto usando tutta la sua forza comunicativa per chiedere di fermare le ostilità. E ieri ha anche utilizzato i social network, in cui ha ripetuto con forza i suoi appelli. «Ogni giorno di guerra peggiora la situazione per tutti. Perciò rinnovo il mio appello: basta, ci si fermi, tacciano le armi, si tratti seriamente per la pace!».
Ed ancora: «Non dobbiamo abituarci alla guerra! Dobbiamo invece convertire lo
sdegno di oggi nell'impegno di domani. Perché, se da questa vicenda usciremo come prima, saremo in qualche modo tutti colpevoli». È la forza della preghiera su cui punta Papa Francesco per convertire i cuori dei potenti.
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