Finisce alla porta anche lei, che era in carica dal giorno numero uno della presidenza e aveva resistito per oltre due anni e mezzo a fianco dell'uomo più potente (e irascibile) del mondo. Ma alla fine è stata «licenziata» come tanti altri Madeleine Westerhout, assistente personale di Donald Trump costretta alle dimissioni per aver svelato - questa l'accusa riferita dai media americani - dettagli personali della famiglia Trump in una cena confidenziale con alcuni giornalisti.
Seduta alla scrivania subito fuori lo Studio Ovale, la 29enne era un punto di riferimento per molti, giornalisti ma non solo, ha ricordato la Cnn, mentre il Washington Post ha riferito come lei fosse l'unico tramite per contattare Trump, oltre a chiamare al cellulare. Molto fidata, era tra le più pagate nello staff (145 mila dollari all'anno) e con accesso all'agenda riservata del presidente. Secondo la Cbs, la giovane durante le vacanze di Trump ha partecipato a una cena confidenziale con alcuni reporter in un ristorante nel New Jersey: qui avrebbe rivelato dettagli privati della famiglia del presidente, compresi alcuni gossip sulle personalità di rilievo che hanno cercato di avere accesso allo Studio Ovale.
Un tradimento imperdonabile per l'inquilino della Casa Bianca. C'è chi però alla Casa Bianca l'ha difesa con la stampa, sostenendo che il suo «peccato originale» fosse la provenienza dalle fila del Comitato Nazionale dei Repubblicani e non dalla campagna elettorale di Trump.
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